
Lettera di Adele a Marco
Ciao, sono una jack in the box; quella che immaginavi, ammesso che tu ci abbia mai pensato, persa chissà dove, dopo uno sproposito di anni.
Io non ti ho pensato mai, lo ammetto, ma solo perché perennemente fagocitata da un turbinìo di persone e situazioni difficili da tenere a bada. Oltre che da me stessa.
La vita ci trasforma, nostro malgrado.
Non avrei mai pensato, né immaginato né voluto diventare una donna senza emozioni.
Cortese, educata e a volte simpatica, ma nulla di più.
C’è che ognuno reagisce ai manrovesci della vita come è capace, come gli viene più semplice.
Come può.
Abbiamo trascorso un po’ di giorni insieme, anche se, sommandoli, non raggiungeremmo due settimane.
Sei una bravo ragazzo ancora oggi, ma ci è successo di non ritrovarci esattamente sulla stessa rotta o lunghezza d’onda, se preferisci.
Succede spesso, soprattutto se gli anni e i caratteri ci spingono a diventare poco duttili e malleabili, diffidenti, restii a fare quel salto nel buio che certi sentimenti prevedono.
Forse non abbiamo nemmeno avuto il tempo sufficiente per dirci le cose che contavano davvero, persi in interminabili telefonate prive di senso (e qui faccio ammenda).
C’è che è andata così.
Io sono esattamente dove m’hai salutata una quarantina di giorni fa.
Tu non so.
Sei tornato a sprofondare in quella fitta nebbia fatta di presenze sempre nuove e mezze verità.
Però io non sono scema, tanto quanto non lo sei tu.
Forse sono più sincera, ma questa potrebbe essere solo la mia opinione, oltre a quella di chi mi conosce davvero.
Ho provato tanta rabbia, mi sono sentita messa in un angolo come un oggetto inutile ma forse era una mia percezione errata.
Non tanto, però, perché tra di noi sono rimaste sospese situazioni (tue) mai chiarite; spesso abilmente deviate.
Ci ho pensato tanto, in queste settimane.
Ti voglio bene ma non basta.
Essendo profondamente diversi abbiamo entrambi il diritto di tornare ad essere felici, anche se non insieme.
Io, oltre all’uomo più importante della mia vita, ho gli animali e una nuova via che ho appena iniziato a percorrere.
Una via spirituale ma non religiosa, e anche in questo non ci siamo capiti.
Odiare non serve, così come non serve costringere qualcuno a piegare la nostra volontà.
Siamo liberi; tutti gli esseri umani lo sono, o dovrebbero esserlo.
Io non porto rancore: me ne sto liberando grazie al mio percorso.
Spero che la strada che prenderai renda felice anche te.
Ciao, Marco.
Perdersi di vista non sarà necessario, se lo vorrai anche tu.
Un abbraccio sincero
Adele
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