Atterraggi

Me lo sentivo. Lo sentivo dentro, voglio dire.
Come quando, a scuola, sapevo di dover essere interrogata appena il professore apriva il registro ed iniziava a scorrere l’elenco con l’indice destro.
In un tempo in cui le interrogazioni non si concordavano.
Mio padre non sta bene.
Abbiamo passato buona parte dell’inverno ad ispezionare un fronte, ma il nemico era altrove.
Subdolo, perchè il nemico è sempre un gran bastardo.
Lui è sereno. Ha la tranquillità di chi, in vita sua, ha compiuto ogni azione secondo coscienza.
Ed è un medico, quindi conosce bene le bestie da affrontare.
In fondo siamo stati fortunati: abbiamo trascorso insieme tanti anni, alcuni dei quali anche difficili, ma siamo sempre stati uniti, ed io non dimenticherò mai la presenza che quest’uomo di ottantanove anni a giorni ha avuto nella vita di mio figlio, quando suo padre ed io ci separammo.
Ora siamo qui.
– Arrendersi mai.
Lui mi ha sorriso, e ha indicato il cielo, come a dire che noi ci si prova sempre, a lottare, ma che Lui ha già deciso.
Il genitore è credente a modo suo (ma anticlericale) e pensa che nell’alto dei cieli ci sia davvero Qualcosa.
Punti di vista.
Così quest’estate nè bella nè brutta, quest’estate scialba e piatta alla fine ci ha regalato una sterzata mozzafiato.
Subito dopo ferragosto, alla riapertura delle attività, sarà programmato l’intervento.
Poi vedremo.
Il mio ennesimo blog stavolta rimane aperto.
Farà solo finta di essere chiuso per ferie: immaginatemi pure in un paradiso tropicale.
A presto, ed un bacio a ciascuno di voi.

Michael Nyman – Time lapse