Sarà colpa di facebook, che peraltro frequento poco, delle mie ultime vicissitudini familiari, del senso di vuoto che mi ha lasciato un sentimento che avevo creduto fosse amore ma che invece, oltre che un calesse, era l’esperienza giusta di cui aveva bisogno un giovanotto per crescere?
Io sono sempre cresciuta unicamente a mie spese, e se ciò è indubbiamente faticoso, almeno non mi crea scompensi di coscienza.
Perchè sono globalmente manchevole, ma la coscienza ce l’ho al suo posto, cioè dove le suore (che qualcuno se le porti all’inferno) ritenevano fosse situata: al centro del petto, fra polmoni e cuore. E deve averne avute di strizzate la mia coscienza, visto che ho sofferto di asma per i primi vent’anni della mia vita. Cioè un secolo fa.
La serata di questa domenica scorre senza infamia e senza lode: aspetto le nuove puntate di House, così mi distraggo e penso meno.
Ma no, poteva essere mai possibile che mi fosse riconosciuto il diritto di starmene un po’ in pace? L’ex marito chiede all’unno di chiamarmi al pc fisso, in video. Ho cronometrato 56 minuti di nervosismo crescente. Sarebbero bastati i convenevoli: oltre c’è sempre quella sottile provocazione accompagnata dal sorrisetto beffardo. E così sono andati a puttane House e la mia calma.
– Ho saputo che tuo padre non è stato bene.
– Già.
– Operato?
– Già.
– Per cosa?
– Niente di che.
(Col cavolo ti dico che cos’ha).
Rispondo, provo a parlare come niente fosse.
E’ a torso nudo: alle spalle l’armadio della stanza di nostro figlio. Stanza che, purtroppo, è sempre meno abitata.
E se è stata abitata poco di chi volete che sia la colpa, se non della sottoscritta?
Normalmente so incassare bene, ma ci sono persone che riescono a mandarmi in bestia. Dopotutto se un marito è diventato ex qualche ragione dev’esserci stata.
Sono sempre, razionalmente, per il concorso di colpa, ma non accetto che si debba voler scaricare tutto il fardello sulle mie spalle. Non è giusto.
Porcomondo, vivere è così difficile: mio figlio non va a trovare suo padre da due mesi, e la cosa non piace nemmeno a me.
Se provo a forzare la serratura mi prega, gentilmente, di farmi i fatti miei.
Insomma, non se ne esce.
E la colpa è mia.
Ho oscurato la videocamera con la tachicardia fuori giri e le mani che mi tremavano, al punto che ho dovuto prendere lo xanax all’istante. Mi ha richiamata.
Non vorrei mai dar ragione a B16, ma tenere insieme i resti di un matrimonio finito male è impresa titanica, così come è molto difficile attaccare i cocci di ciò che è andato in frantumi in mille pezzi.
– Spero di non averti annoiata (sorrisetto beffardo).
– Niente a cui una volta non fossi abituata.
– Avevi da fare?
– Sì, ho perso un film.
– Per farmi perdonare posso procurarti il dvd (sorrisetto).
– No, grazie, non ce n’è bisogno.
Cinismo per cinismo, volete mettere quello raffinato e adorabilmente caustico di House? Tanto lui non l’ ho mai sposato.