Notti di ferragosto

Notte di ferragosto.

Siccome “ho un’età”, ogni anno mi torna in mente quella vecchia canzone di Gianni Morandi. Al tempo dei lampioncini sulle porte di ingresso della casa al mare, comprata da poco.

La sera del quattordici mia nonna iniziava a preparare pietanze per la tavolata del giorno dopo: come sempre ci sarebbero stati i parenti di mia madre, cioè zii e cuginetti. Mio padre, figlio unico, bilanciava suo malgrado quella che poteva diventare ogni anno una giornata tragica.

Quando mi capita di guardare quelle vecchie foto in bianco e nero mi sembra appartengano ad un’altra famiglia, sebbene quella bimba con il caschetto chiaro, gli occhi attenti e le pose scomposte e molto familiari sia solo un po’ cresciuta.

Stamattina ho rifiutato il mare. Ho rifiutato il sole cocente e i formicai umani ciabattanti.

Ho giocato un po’ con Thiago, poi ho preso la bici e, slalomando fra le formiche, sono andata a comprare le vaschette di gelato e le piastrine antizanzare. Tornare a casa, intorno alle dodici, è stata un’impresa. Ho rischiato di cadere un paio di volte, e di essere investita dal solito bifolco col suv e il bagagliaio pieno di maleducazione frammista a boria. Mistura letale.

Quarant’anni fa le auto erano poche, e una povera bimba con la sua Atala azzurra poteva sfrecciare dal bottegaio (praticamente il padre del mio amico che stamattina mi ha venduto gelati e Vape) senza rischiare la vita.

Domani, comunque, i nonni a tavola saranno due, tre i figli (due coniugati e una non più, ma fa lo stesso) e cinque nipoti in tutto.

Stanotte non me ne starò a guardare i lampioncini, col mangiadischi arancione sulle gambe scorticate.

Stanotte vedrò un film di qualche anno fa, al pc, e forse mi addormenterò abbracciata al cuscino.

Patti Smith, Carmen Consoli – Because the night

19 pensieri riguardo “Notti di ferragosto

  1. A volte è dolce, Arci. :) Anzi dolceamaro.

    Non lo so davvero, Wildest. E’ successo. ;)

    Io ho cazzeggiato un po’, Meim, poi sono stata espropriata del mezzo. :-|
    Come va?

  2. Buon ferragosto, Nic.
    Io stamattina alle otto ero a pedalare in pineta.
    Circondato da quelli che non riescono a dormire dopo una certa ora – cioè, gli attempati come me.

  3. ciao Nico, buon ferragosto. Torino si è svegliata con il sole dopo tre giorni di pioggia…tra un pochino uscirò con un uomo che ha perso improvvisamente sua madre quattro giorni fa e non riesce a trovare pace. Mi ha detto…portami dove c’è vita.
    Improvvisamente, Nico, ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di vita quando arriva la morte, soprattutto improvvisa, non prevista, un cuore che si ferma senza dare un cenno di preavviso.
    Lo guardo e mi fa molta tenerezza…gli voglio più bene, ma non è tempo di queste parole.
    E’ tempo che io, madre, consoli un figlio che ha perso la sua.
    ………stasera terza puntata di star wars :)…che razza di agosto il mio…ma va bene lo stesso, alla nostra età ne abbiamo visti di tutti i tipi di ferragosti…

  4. scusa Nic, se mi permetto di fare un commento sul commento di Lanza, ma….chi l’ha detto che fare shopping solleva il morale?
    a me stanca e deprime, soprattutto se quel che mi piace non me lo posso permettere
    altri consigli, in alternativa?
    guardare e fotografare i bei figliuoli che passano sulla spiaggia e giocare a scambiare le foto con le amiche (too wild!)
    ;)
    Bisous Nic
    A risentirci Lanza

  5. Mi sa che siamo attempati uguale, Rob. La differenza è che alle 8 di ieri mattina dormivo dopo una nottataccia a causa di un malore di mia nipote. Tutto rientrato, per fortuna.

    La morte improvvisa è spiazzante, Cristina, così come lo è quella annunciata. La morte è brutta in ogni caso. Quando succede è bello sapere di poter contare su una persona veramente amica. Il mio ferragosto è stato, fino ad un certo punto, la fotocopia di tanti. Mi sono rifatta stasera, con degli amici. Sto ancora ridendo senza ragione.

    A volte lo faccio, Roberto, poi mi rendo conto di aver comprato cose delle quali non avevo bisogno. Non realmente. Per fortuna ho sempre un occhio al budget, così non sforo.

    Dello shopping ho già detto, Wildest: a volte mi rilassa, più spesso no, perchè diventa una serie di gesti compulsivi. Bei ragazzi davvero non ne ho visti: solo ragazzotti coi bicipiti in mostra, signori attempati (realmente attempati) in cerca di conferme, e famiglie stanche e sfatte.
    Per fortuna stasera sono stata con amici che non vedevo da una ventina d’anni. Da ragazzi uscivamo insieme perchè avevano una villetta qui. Villetta nella quale sono tornati per qualche giorno. Francesca e suo marito, il fratello di Francesca, single di ritorno come me. Abbiamo fatto una specie di gara di vodka. :))

  6. a volte dormire abbracciati al cuscino non è affatto male..
    e a volte in campagna oggi sembra il tempo di oggi, mentre in città, come il giorno di ferragosto, sembra quarant’anni fa. Senza macchine. Soprattutto senza suv!
    ero in bici, ieri, a ROma, fino in centro. Non prorpio tutti e sette, ma vari colli ho valicato con gioia e in ub silenzio straordinario.
    Come quarant’anni fa, prima che io ci fossi. COme lo ricordo dalle foto. Come lo ricordo da piccola, poco meno di quarant’anni passati così veloci.

  7. Ciao Nic. Al di là delle solite considerazioni che ben conosci, e sul solito sottile dispiacere che mi pervade quando leggo di te, di quello che ti succede e di come stai, volevo salutarti e dirti che sono dalla tua parte riguardo la scelta di evitare posti affollati e debordnti di ciarpame umano. Sarà che per i miei recenti problemi io abbia acuito la mia misantropia, il mio amore per il silenzio, ma nulla sarebbe oggi come oggi deleterio come dover partecipare ad una qualche forma di “divertimento” obbligatorio, o ad uno stanco rituale come quello del ferragosto in zone affollate. Dicaimo, in sintesi, che ti capisco. E che non è detto che un cuscino sia peggio di chi parla ore ed ore senza dire nulla.

  8. a volte arriva improvvisa la malinconia, squarcia il cielo e ci fa sentire piccoli piccoli,
    spesso mi adagio su questo stato malinconico, perché mi fa sentire a contatto con me, mi parla di me, ma solo se dura poco!!!

  9. Un cuscino può far sentire meno la solitudine che ti pervade troppo spesso davanti ai ricordi del passato.

    Ti abbraccio forte come quel morbido cuscino…

  10. io niente cuscino, mi farebbe sentire peggio, evito il pensiero. mah. ferragosto, a casa, da sola ma tranquilla, ho messo un po’ a posto, ho dormito. comunque non ne ricordo, di folgoranti, a casa mia non si usava niente di particolare, pranzi o simili, quindi non ho neanche amarcord – forse è meglio….

  11. Mi manca l’esperiena (per altri molto comune) della bici nella città deserta, Lila. E di un po’ di pace vera. Forse si è in pace solo da morti, ed è un peccato che non ci si possa rendere conto.
    Un bacio. :*

    Hai ragione, Massimo: molto spesso è meglio un cuscino fresco e silenzioso.
    La vita ci cambia profondamente, sebbene anche da ragazzina odiassi l’obbligo al divertimento. Così mentre gli altri “partecipavano”, io ero sempre in un angolo, a rimuginare e a perdermi tra le nuvole.Come stai?
    Ti abbraccio.

    Infatti la differenza la fanno i tempi, Leamiche. un po’ di tenera malinconia non fa male: troppa potrebbe uccidere. :-|

    Onestamente meglio te che il cuscino, Marco.
    Grazie, e un bacio.

    I ricordi sono armi, Animapunk. Il pranzone di ferragosto, che negli anni ha subito grosse modifiche grazie alle defezioni, è comunque una tradizione festaiola che io detesto come tutte le feste.

    Vita cannibala e impietosa, Impo.

    Sono sopravvissuta, Aquila. ;)

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