Mi son messa, quieta, a pensare l’alabastro dei ricordi sepolti: quando non ero ancora vinta dalle lotte cruente contro l’altra parte di me.
Un breve corridoio chiaro, sfumato nei colori di un’estate lontana: pensieri veloci come sempre, tanto da seguire il grecale senza avermi chiesto il permesso.
E andar su e giù come una trottola felice: su e giù, contro le difficoltà di un tempo avaro di gentilezze.
Son cresciuta così.
Dare piuttosto che avere.
Nè smancerie gratis, nè colpi di pugnale.
E adesso, se permettete, vado a giocare a “fiori, frutta e città”.
Georgia
10 pensieri riguardo “Georgia”
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Io invece vado a prendere quel vecchissimo cd e lo piazzo nello stereo. ognuno percorre il suo corridoio
Dammi una lettera. :)
I corridoi non finiscono mai, Enzo. Come gli esami.
Va bene la M, Gians? O la C? ;)
Non saprei sto per salutarti sui blog, ma sorrido per il fatto che potrai se vuoi contattarmi pure la di fuori.
Che vuol dire??
Semplice, sto lentamente allontanandomi dai blog.
Rispetto a me sei ancora iperattivo. :)
l’ho sempre chiamato “nomi cose città…” però fiori è più bello.
Hai ragione.. è che poi ogni volta che decido di ridurre il mio tempo da dedicare alla scrittura, capita che le dita mi si muovono sulla tastiera in modo ancora più incontrollato. Oramai sono possedute da una sola parte “logica” del mio cervello: non saprei però quale, se quella legata alla razionalità o quella delegata all’istinto.
Fiori è sempre più bello, Aspettatore. :*
Sei fortunato, Gians: a me si muove solo qualche neurone ribelle. A volte non mi riconosco nemmeno.