poche parole

  Niente da dichiarare.
Se non che l’acqua gelida di questo febbraio di brutte notizie sta riuscendo, goccia a goccia, a scavare fino all’anima.
Che certe persone riescono ancora a sorprendermi emotivamente, mandando all’aria le poche certezze che provo a mettere insieme, ogni giorno.
Che questa città assediata dal maltempo, impersonale e moderna, erige un muro virtuale che spezza i ricordi come travi di legno.
Che la persona che si è allontanata in fretta sotto i fiocchi di neve acquosa è tutto ciò che mi rimane, tutto ciò che, ragionevolmente, mi obbliga a guardare avanti.
Che la buona fede non basta: nonostante tutto sarà sempre un’arma a doppio taglio, un conto che non torna, un’abitudine sbagliata.
Che a volte il tempo sembra volersi dilatare all’infinito, imprigionando e tramutando in pietra noi e le nostre nevrosi di viaggiatori inconcludenti.
Che non avevo niente da dichiarare, e infatti niente ho dichiarato.

Temper Trap – Fader

10 pensieri riguardo “poche parole

  1. già niente da dichiarare
    nessuna sorpresa
    nessuna risposta
    nessuna aspettativa
    nessuna fantasia
    nessun sogno
    nessuna vita.

  2. ci vorrebbe un idrante caricato a camomilla, una jacuzzi fatta nel barbera e un giro tondo da dervisci per ore e ore, e poi tutti a terra abbracciati a ridere come matti, ciao

  3. Nico non posso sapere tutto, anzi so pochissimo ma probabilmente basta. Non credo nemmeno alla meteopatia, non ci credo in senso assoluto ma so bene che il grigio e il freddo di fuori, se si è fragili, entrano facilmente dentro.
    Hai dichiarato a sufficienza e ci dovrà pur essere un tempo in cui guardare avanti non sarà un obbligo ma un sano desiderio.
    I viaggiatori sono tutti inconcludenti, quando concludono si fermano.
    Un abbracccio

  4. sottoscrivo.
    e tutto ciò che accade sembra un film già visto con un finale del tutto prevedibile.
    niente di nuovo.
    soprattutto la gente.
    basta guardarsi un pò giro, anche in un numero ristretto e te la ritrovi puntualmente falsa, incoerente, “mobile qual piuma al vento”..
    eh mia cara, cosa si deve sopportare, vedere, sentire, leggere…
    (che schifo)

  5. no,non posso credere che niente cambi mai,..la vita non è cosi’ immobile….un abbraccio,Nico

  6. Impo, l’idea di un bagno di barbera, di un girotondo da dervisci e di tante risate mi piace tantissimo.
    Anque quella di scrivere a quattro mani: propenderei per la fantascienza. :)

    Diciamo che dieci giorni di grigio costante, di freddo, neve e pioggia non mi stanno aiutando molto, Enzo.
    Spero che quel giorno arrivi presto, anche perchè di tempo trascorso invano ce n’è già parecchio, sul groppone.
    Un abbraccio. :*

    Malacqua e Zelda, stranamente sono d’accordo con entrambe, sebbene abbiate detto cose opposte.
    Diciamo che oscillo fra il pessimismo più assoluto, quello che mi porta a non credere più a niente e a nessuno, e una tenue speranza in un domani migliore.
    Chissà.
    Un bacione a tutte e due.

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