Niente da dichiarare.
Se non che l’acqua gelida di questo febbraio di brutte notizie sta riuscendo, goccia a goccia, a scavare fino all’anima.
Che certe persone riescono ancora a sorprendermi emotivamente, mandando all’aria le poche certezze che provo a mettere insieme, ogni giorno.
Che questa città assediata dal maltempo, impersonale e moderna, erige un muro virtuale che spezza i ricordi come travi di legno.
Che la persona che si è allontanata in fretta sotto i fiocchi di neve acquosa è tutto ciò che mi rimane, tutto ciò che, ragionevolmente, mi obbliga a guardare avanti.
Che la buona fede non basta: nonostante tutto sarà sempre un’arma a doppio taglio, un conto che non torna, un’abitudine sbagliata.
Che a volte il tempo sembra volersi dilatare all’infinito, imprigionando e tramutando in pietra noi e le nostre nevrosi di viaggiatori inconcludenti.
Che non avevo niente da dichiarare, e infatti niente ho dichiarato.
poche parole
10 pensieri riguardo “poche parole”
I commenti sono chiusi.
già niente da dichiarare
nessuna sorpresa
nessuna risposta
nessuna aspettativa
nessuna fantasia
nessun sogno
nessuna vita.
Sì. Una sorte di letargo di tutto, Mara.
Anzi no: c’è sempre tempo e modo per ricevere sorprese sgradite.
il gelo alimenta il cattivo umore, ehhh
Il mio di sicuro, Arci.
ci vorrebbe un idrante caricato a camomilla, una jacuzzi fatta nel barbera e un giro tondo da dervisci per ore e ore, e poi tutti a terra abbracciati a ridere come matti, ciao
Nico non posso sapere tutto, anzi so pochissimo ma probabilmente basta. Non credo nemmeno alla meteopatia, non ci credo in senso assoluto ma so bene che il grigio e il freddo di fuori, se si è fragili, entrano facilmente dentro.
Hai dichiarato a sufficienza e ci dovrà pur essere un tempo in cui guardare avanti non sarà un obbligo ma un sano desiderio.
I viaggiatori sono tutti inconcludenti, quando concludono si fermano.
Un abbracccio
sottoscrivo.
e tutto ciò che accade sembra un film già visto con un finale del tutto prevedibile.
niente di nuovo.
soprattutto la gente.
basta guardarsi un pò giro, anche in un numero ristretto e te la ritrovi puntualmente falsa, incoerente, “mobile qual piuma al vento”..
eh mia cara, cosa si deve sopportare, vedere, sentire, leggere…
(che schifo)
no,non posso credere che niente cambi mai,..la vita non è cosi’ immobile….un abbraccio,Nico
bella l’idea di scrivere a quattro mani, in cosa ci cimentiamo? amarcord, fantascienza, il bugiardino di un sonnifero? ciao
Impo, l’idea di un bagno di barbera, di un girotondo da dervisci e di tante risate mi piace tantissimo.
Anque quella di scrivere a quattro mani: propenderei per la fantascienza. :)
Diciamo che dieci giorni di grigio costante, di freddo, neve e pioggia non mi stanno aiutando molto, Enzo.
Spero che quel giorno arrivi presto, anche perchè di tempo trascorso invano ce n’è già parecchio, sul groppone.
Un abbraccio. :*
Malacqua e Zelda, stranamente sono d’accordo con entrambe, sebbene abbiate detto cose opposte.
Diciamo che oscillo fra il pessimismo più assoluto, quello che mi porta a non credere più a niente e a nessuno, e una tenue speranza in un domani migliore.
Chissà.
Un bacione a tutte e due.