guerre

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Non so perchè, di preciso, ma mi sento sconfitta.
E frustrata e abbattuta e triste.
Come volete si sentano gli sconfitti? Al settimo cielo? Vorreste vederli saltare di gioia, stappare bottiglie e liberare centinaia di palloncini colorati in aria?
No, Vostro Onore.
Non ho mai preteso, se non da me stessa.
Pretendere è un verbo che mi piace poco.
E non ho mai obbligato nessuno, se non me stessa.
Anche obbligare è verbo detestabile.
Ammetto di avere qualche problema che mi porta ad essere una rompicoglioni a livelli esponenziali, così come ammetto di non avere la giusta elasticità mentale per capire certe situazioni della vita, o per collocare ogni persona o fatto al suo posto.
Ecco, qui mi confondo, e forse, forse, potrei dare l’impressione di avanzare pretese, ma non è così.
Bisognerebbe avere la capacità di entare in certe menti, organizzare delle fantascientifiche visite guidate per capire quello che, allo stato attuale delle cose, non si capirà mai.
Gli sconfitti, in genere, provano ad eclissarsi, ad uscire di scena in silenzio.
Vorrebbero tornare indietro per arrendersi e godere delle grazie del vincitore; sì, presi dallo sconforto della solitudine più opaca sarebbero disposti a mendicare clemenza, pur di avere anche solo l’illusione di una boccata d’aria.
Vorrebbero; tornano e ritornano col pensiero alle origini della guerra e ammettono, eccome, di aver avuto delle colpe. Anzi, addirittura, di aver scatenato la guerra stessa.
Ma solo per l’endemica incapacità di gestire situazioni che ne richiamano alla mente altre passate.
E questo non lo capiscono, gli altri, e se lo capiscono non possono caricare sulle proprie spalle anche il peso di questi miseri guerrafondai che, alla fine, son solo in guerra contro se stessi.
Un pizzico di clemenza, uno di concessiva magnanimità: forse anche un tot di sincera benevolenza, perchè chi si scaglia contro l’altro, armato di spada e scudo di carta, non può essere considerato un pericolo reale.
E quindi, Vostro Onore, la sconfitta diventa armistizio.
E ogni armistizio, si sa, contempla veti e condizioni.

David Bowie – Wild Is The Wind

La foto è di Marlie Morante e la trovate su Luz de Aurora Tumblr

3 pensieri riguardo “guerre

  1. Come al solito trovo il tuo scrivere irresistibile……..ora dimmi che stai pensando seriamente di scrivere un libro….
    Ciao Nita !

  2. Ciao Nicoletta da quanto tempo ti leggo? Tu scrivi benissimo di una sconfitta esistenziale; ne scrivi così bene, ne analizzi tutte le sfaccettature, usi una sintassi così agile e seria assieme, che la sconfitta sembra meno dolorosa. Ma è una sensazione temporanea credo.
    Da almeno 5 o 6 mesi sei più stanca, frammentata…dolorosa. Ci sono storie sentimentali sbagliate e pesano, non voli più ( ma forse non volavi più già anni prima di cominciare sui blog: mi sono sempre domandato come fanno gli altri a “rifarsi una vita”, dove ho sbagliato e continuo a sbaglaire io. Mara Contiero dice che scrivi in modo irresistibile, è vero ma non basta. Sinceramnte penso che per gli sconfitti servano a poco anche tutte quelle belle e umane opzioni che hai citato prima. Servirebbe una vittoria, una di quelle senza discussioni, di quelle che non hanno bisogno di pelle liscia, corpo perfetto, soldi in tasca, te lo dicevo io…una vittoria e basta.
    Quanto agli altri…navigano tutti lontano sai: è così tremendamente difficile comunicarsi le coordinate di incontro, ci sono decine di relitti sulla rotta- Ma tu scrivi benissimo e scrivi sempre meno. Hai un marchio di fabbrica nella tastiera, ti riconoscerei tra mille Nicoletta: dirti che almeno questa è una piccola vittoria ti farebbe stare meglio? Cu u po’ sapiri. Salutiamo amica mia.

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