il tempo degli dei falsi e bugiardi

noell-s-oszvald

Sono su facebook dal 2008.

Come avrò detto spesso, mi ci infilai per dare più visibilità a ciò che scrivevo, ma anche per curiosità.

All’inizio avevo un profilo ufficiale, con nome e cognome, che mi affrettai a chiudere

perché venivo contattata da persone che per strada non salutavano nemmeno.

Tenni al sicuro questa nicchia, strettamente legata al blog e alle belle e care persone conosciute in quegli anni.

Moltissime sono ancora qui: non ci si sente sempre ma ci sono.

Così come sono ancora qui, leali e vere, quelle incontrate durante la disavventura ospedaliera che, a dire il vero, tanto disavventura non fu.

Poche divergenze, di tanto in tanto, chiarimenti immediati. Al massimo un paio di gruppi lasciati alle spalle.

Allora mi son chiesta che cosa fosse accaduto, nel giro di poco tempo. C’era stato un momento preciso? Avevo iniziato ad operare scelte diverse nella selezione?

 

C’è che mi si era rotto il filtro e, pur essendomene accorta, avevo pensato che la situazione potesse essere sotto controllo.

Ingenua che sono, quanti possibili, pessimi sviluppi avevo sottovalutato.

Quindi oggi, per evitare inutili travasi di bile, a volte chiudo la pagina ma poi la riattivo, perché non è giusto che mi privi dei miei spazi.

Ma disattivare e riattivare non serve.

Serve risistemare il filtro e, nel frattempo, allontanarsi dall’Ipocrisia, dall’Incomprensione senza rimedio, da tutte le piccole e grandi voci che si fanno sentire qua e là, disturbando.

Non sono una maestra, non salgo in cattedra con la bacchetta puntata.

Non faccio cazziate “ad personam” fingendo che non lo fossero.

Se ho da dire dico in faccia.

E non spettegolo: al massimo mi sfogo, ma solo con le rare persone di cui posso ancora fidarmi.

Già, le altre dove sono andate?

Bene ha fatto chi mi ha eliminata dai contatti: zak, non ci vuole niente.

Se non avevano nulla in comune con me hanno fatto il loro dovere.

Gli amici veri son rimasti dov’erano, come sempre.

Che poi è quello che conta.

 

*foto di Noell S.Oszvald

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