Mi son fatta, anzi cercata, la fama della donna sfortunata in amore. Indubbiamente ho incassato botte: metaforiche e letterali.
Sono stata presa in giro, mi sono state raccontate falsità ai limiti dell’assurdo.
Ho concesso fiducia ad esseri maneschi, bugiardi, irrisolti, paranoici, sfasati, però il comune denominatore ero io, e se ci si inceppa in un gap comportamentale non c’è psicoterapia che possa tenere.
Consapevolezza
autoanalisi
strategie possibili di soluzione.
Così ho lasciato eruttare tutto il dolore, il malcontento, il senso bruciante del disinganno.
Ho pianto, a volte, e mi sono chiusa in me stessa.
Ho commesso qualche sbaglio ed ho cercato di aggiustare il tiro: piccoli grandi peccati di ingenuità, difficoltà nel tentativo di perdonare me stessa.
In questi giorni di rimozione mi è capitato di veder riemergere le assenze di coloro che hanno accompagnato periodi, anche lunghi, del mio passato.
Vecchi amori morti per il mondo, morti per me.
Infine ho chiuso gli ultimi anni in una scatola, alla maniera di Cold Case, e ho messo via dopo aver scritto su CLOSED.
Niente è facile, niente sarà mai come prima, ma si impara a convivere con la presa d’atto della propria finitezza, con la presenza dei concetti di sconfitta e fallimento. Con quello di morte.
Adesso sono sulla mia strada, accompagnata dalla quasi certezza che mi toccherà seminare diversamente le mie lande di solitudine.
Per l’amore non sono pronta. Non ancora. Forse non più.
Quel che mi si propone non mi piace, anzi mi offende: non voglio svendermi, essere richiesta per il trastullo di maschi annoiati dalla solita minestra.
Umanamente li comprendo, ma non posso e non voglio dovermi preoccupare di scaldare giorni e letti finchè dura.
Tengo a me, al mio essere una bislacchissima marziana.
Alla mia dignità sbrindellata ma, a suo modo, ancora intatta.
Ho dato, ho avuto.
Mi pare sia tutto.
Sono stata presa in giro, mi sono state raccontate falsità ai limiti dell’assurdo.
Ho concesso fiducia ad esseri maneschi, bugiardi, irrisolti, paranoici, sfasati, però il comune denominatore ero io, e se ci si inceppa in un gap comportamentale non c’è psicoterapia che possa tenere.
Consapevolezza
autoanalisi
strategie possibili di soluzione.
Così ho lasciato eruttare tutto il dolore, il malcontento, il senso bruciante del disinganno.
Ho pianto, a volte, e mi sono chiusa in me stessa.
Ho commesso qualche sbaglio ed ho cercato di aggiustare il tiro: piccoli grandi peccati di ingenuità, difficoltà nel tentativo di perdonare me stessa.
In questi giorni di rimozione mi è capitato di veder riemergere le assenze di coloro che hanno accompagnato periodi, anche lunghi, del mio passato.
Vecchi amori morti per il mondo, morti per me.
Infine ho chiuso gli ultimi anni in una scatola, alla maniera di Cold Case, e ho messo via dopo aver scritto su CLOSED.
Niente è facile, niente sarà mai come prima, ma si impara a convivere con la presa d’atto della propria finitezza, con la presenza dei concetti di sconfitta e fallimento. Con quello di morte.
Adesso sono sulla mia strada, accompagnata dalla quasi certezza che mi toccherà seminare diversamente le mie lande di solitudine.
Per l’amore non sono pronta. Non ancora. Forse non più.
Quel che mi si propone non mi piace, anzi mi offende: non voglio svendermi, essere richiesta per il trastullo di maschi annoiati dalla solita minestra.
Umanamente li comprendo, ma non posso e non voglio dovermi preoccupare di scaldare giorni e letti finchè dura.
Tengo a me, al mio essere una bislacchissima marziana.
Alla mia dignità sbrindellata ma, a suo modo, ancora intatta.
Ho dato, ho avuto.
Mi pare sia tutto.