Bimbe bionde, bimbe impaurite di tutti i tempi.
Impaurite da racconti di fantasmi e “munachicchi”.
Bimbe sensibili, ricettive, suggestionabili.
Anche se vedere “oltre” non è da tutti.
Enrica assiste paziente al rito delle mie abluzioni notturne: sua sorella più grande e l’unno l’hanno spaventata dicendole che avrebbe visto il diavolo alle tre di notte in punto.
Lei, che è un tipetto, ha ostentato indifferenza a lungo, ma lo sguardo tradiva la paura malcelata.
– Alle tre sentirai dei rumori alla porta, ti sveglierai e vedrai il diavolo.
Non ho mai capito che gusto si provi a spaventare un bambino, anche se il bimbo in questione, che poi è una bimba di nove anni, pur di non darlo a vedere si sarebbe pestata una mano col martello.
– Siete dei bugiardi. Zia N dice che devo credere solo a quello che vedo, che sento e che tocco.
– Appunto. Stanotte vedrai e sentirai il diavolo.
Genialata.
Le propongo di venire su a dormire nel mio lettone, e lei non si fa pregare, ma non si schioda da me nemmeno mentre mi lavo i denti e poi mi pettino a testa in giù, come sempre.
– Zia, che belli i capelli lisci.
– Pensa che li avrei voluti ricci come i tuoi.
Si sistema nel lettone di rattan verde e crolla serena dopo pochi minuti.
E a me tornano in mente le storie che mi raccontava mia nonna, ai limiti dell’inverosimile, e Riccardo che ha giurato di aver sentito dei passi sotto il porticato, quando ha dormito giù col suo amico.
Non me ne sono stupita: quei passi spesso li ho sentiti anch’io, per anni, e non erano certo quelli del cane.
E’ che da tempo ho smesso di chiedermi il perchè di tante cose, se non riesco a spiegarmele razionalmente.
E credo solo a quello che vedo, che sento, che tocco.
Impaurite da racconti di fantasmi e “munachicchi”.
Bimbe sensibili, ricettive, suggestionabili.
Anche se vedere “oltre” non è da tutti.
Enrica assiste paziente al rito delle mie abluzioni notturne: sua sorella più grande e l’unno l’hanno spaventata dicendole che avrebbe visto il diavolo alle tre di notte in punto.
Lei, che è un tipetto, ha ostentato indifferenza a lungo, ma lo sguardo tradiva la paura malcelata.
– Alle tre sentirai dei rumori alla porta, ti sveglierai e vedrai il diavolo.
Non ho mai capito che gusto si provi a spaventare un bambino, anche se il bimbo in questione, che poi è una bimba di nove anni, pur di non darlo a vedere si sarebbe pestata una mano col martello.
– Siete dei bugiardi. Zia N dice che devo credere solo a quello che vedo, che sento e che tocco.
– Appunto. Stanotte vedrai e sentirai il diavolo.
Genialata.
Le propongo di venire su a dormire nel mio lettone, e lei non si fa pregare, ma non si schioda da me nemmeno mentre mi lavo i denti e poi mi pettino a testa in giù, come sempre.
– Zia, che belli i capelli lisci.
– Pensa che li avrei voluti ricci come i tuoi.
Si sistema nel lettone di rattan verde e crolla serena dopo pochi minuti.
E a me tornano in mente le storie che mi raccontava mia nonna, ai limiti dell’inverosimile, e Riccardo che ha giurato di aver sentito dei passi sotto il porticato, quando ha dormito giù col suo amico.
Non me ne sono stupita: quei passi spesso li ho sentiti anch’io, per anni, e non erano certo quelli del cane.
E’ che da tempo ho smesso di chiedermi il perchè di tante cose, se non riesco a spiegarmele razionalmente.
E credo solo a quello che vedo, che sento, che tocco.