La enne furiosa

Quella appena trascorsa è stata una di quelle giornate che, potendolo fare, butterei via senza salvarne neanche un attimo.
Dev’essersi scatenata una specie di tempesta magnetica: le tv hanno smesso di funzionare, i cellulari hanno perso il segnale e le tastiere dei pc hanno iniziato a battere caratteri sbagliati.
Non sono, lo sapete, un’irrazionale allo stato puro, ma ad un certo punto ho iniziato a pensare che le energie negative, emesse in quantitativi industriali, possano influire, oltre che sull’umore della gente, anche su quello che normalmente ci circonda.
Li conoscete, voi, i vampiri energetici? Sono quegli esseri che hanno il potere di succhiarti le energie vitali, di distruggerti psicologicamente, di riuscire a farti sentire l’ultima delle merdacce sulla faccia della terra.
E, insomma, una povera crista crede di essersi liberata da un giogo, e invece se lo ritrova ancora addosso, vaticinante sventure e scenari futuri dipinti a fosche tinte.
Una volta riuscivo a sbottare, liberandomi della tensione in eccesso. 
Oggi incamero ed incamero: prevedo una spaventosa deflagrazione in tempi  brevi.
Poco fa, prima di venire a letto, mi sono ricordata dello stendino all’addiaccio, ad una temperatura di due gradi.
Sono tornata in soggiorno, e ho provato ad aprire la seconda anta della porta a vetri. Bloccata.
Allora ho iniziato a dare all’anta colpi forsennati e, mentre picchiavo, mi sono resa conto che stavo percuotendo il malumore, la rabbia e l’impotenza che mi hanno deliziato della loro compagnia per quasi tutto il giorno.
Mentre battevo, mezza dentro e mezza fuori, ho sentito la voce della signora che abita al piano di sotto: aveva creduto stesse accadendo qualcosa di brutto. 
Dopo averla rassicurata, ho chiesto a mio figlio di aprire la dannata porta finestra, altrimenti l’avrei distrutta con un martello.
Lui si è alzato con aria di sufficienza e, con una mezza manata, è riuscito a compiere il miracolo, e a salvare i suoi indumenti dal ghiaccio notturno.
Va bene, magari ho perso un po’ il controllo, ma la prossima volta vado giù di fiamma ossidrica. Direttamente.