Di solito, se e quando scrivo, il titolo arriva per ultimo.
Stavolta, invece, sono partita da lì, e lo spunto me l’hanno dato le ultime parole dell’e-mail di un’amica.
Oggi, cioè ormai ieri, come ho sputacchiato un po’ dappertutto, c’è stata la prima comunione di Enrica detta Chicca e da me Enrichicca, la secondogenita di mia sorella.
La piccolina di casa grande, insomma.
Sono arrivata in chiesa col mio quarto d’ora buono di ritardo: e menomale che mi avevano tenuto un posto a sedere, o mi sarei distesa sulle scale.
Beh, io vado a messa solo in occasione di funerali, matrimoni e cose così.
Se non posso farne a meno.
Il nuovo parroco ha l’aria gentile e lo zelo del pivello: ma non mi incantano più.
Lei, la scimmietta alla quale do i nomignoli più assurdi, era bellissima, con la sua tunica semplice e i capelli ricci tenuti dietro da un fiorellino.
Piccoli tesori convinti di quello che ascoltano: parole che parlano di una vita fatta anche di dispiaceri, e magari qualcuno di loro i suoi, di dispiaceri, li ha già.
Però sorridono: è il giorno della festa e, diciamolo pure, dei regali.
Ai miei tempi andava bene anche una scatola di cioccolatini: oggi il mondo è stravolto.
Per un attimo mi si è fatto piccolo il cuore, pensando alla first communion di mio figlio.
Suo padre ed io eravamo separati già da un anno, ma all’evento ci presentammo insieme.
Ed eravamo, credo, l’unica coppia posticcia, fra tante coppie cosiddette regolari.
Nessuno conosce i fatti altrui, nè quello che passa per il cuore e la mente dei bambini, ma io sapevo quanto l’unno avesse sofferto, per quella cesura.
Scaccio via il magone: Riccardo a settembre compie diciotto anni, e Chicca ha avuto la sua bella festa.
Gli amici faccialibro vedranno le foto, ma solo quando avrò ricevuto anche le altre visto che il mio cellulare si è spento, dissociandosi.
Poco fa, mentre armeggiavo con uno stendino, ho fatto un movimento sbagliato, e la gamba, non chiedetemi come, ha compiuto una rotazione all’interno.
Parlo della gamba sbilenca, ça va sans dire.
In un attimo ho visto un firmamento di stelle vicine vicine, ho visto Padre Pio, gli UFO e gli sbandieratori di Carovigno.
Ho ripreso le stampe, mie fedeli compagne (per la serie a ciascuno il suo), e mi sono trascinata fino al letto, dal quale, in real time, vi saluto come Ruggero Orlando.
E qui vaglielo a spiegare, alle nuove generazioni, chi era Ruggero Orlando.
Ma loro son bravi a cercare su Google, Rob. :)
gli sbandieratori di Carovigno?…Vedo che i Baus hanno preso anche te, eh?…Un bacio, buona giornata
ciao nì..a proposito di coppie vai a vedere cosa voglio di più..e poi parliamo di coppie appiccicate con il bostik…alla comunione di Violetta suo padre neanche venne..ti auguro una buona giornata, soprattutto alla gamba :)
stai pur certa che ognuno dei compagni di comunione dell'unno, i figli dei regolari per intenderci, oggi avrà qualcosa, anzo molto da rimproverare a delle unioni tenute insieme con lo sputo e l'ipocrisia.spero che al risveglio le stelle siano passate. buona giornata.
Siamo in questa valle di lacrime per soffrire.
Eh tiremm…Un abbraccio
Pensa sempre che potrebbe andare peggio:potrebbe piovere(cit).
Cara Enne, anch'io come te vado in chiesa solo quando sono costretta… anche se ogni tanto mi piace entrare nelle chiese vuote e sedermi a riflettere un po'… le chiese sono un bel posto per riflettere… Mi dispiace per la gamba… Buona Giornata!
Ciao enne, come stai adesso? Ti e' passato un po' il male? Mi dispiace, questi movimenti strani a volte fanno vederele stelle!Pensa che anche a me, come ad altri tuoi lettori, piace entrare nelle chiese vuote e silenziose. Mi piace il buio e le candele accese. L'odore dell'incenso. E' come se perdessi contatto col tempo e con il mondo fuori.
Il mondo è proprio stravoto… sarei curioso di saper l'elenco dei regali che ha ricevuto tua nipote… credo che si avvicini a quello di un matrimonio…
new york mica è più vicina !
Ho postato su hevenonearth, ma resterà probabilmente una delle rare volte.
queste torsioni dicono: cara N ti devi operare (lo dicono loro, non io, intendiamoci).Coppie regolari cercasi ;)
I Baus mi piacevano già ai tempi di "un romantico a Milano", Laura.Carovigno è un paese del brindisino. ;)Cri, al momento non posso andare da nessuna parte, causa cazzo di gamba grazie alla quale mi sto perdendo i film migliori.Lo so, lo so che ci sono padri peggiori di quello di mio figlio. Che, preso a piccole dosi, non è nemmeno tanto male.Lo immagino, Metro: molta gente ama mostrare quello che non è, ma sai, io mi sono anche stancata di essere quella che rompe i ponti, che fa la coerente e la coraggiosa.Mi sono stancata: vorrei rinascere ipocrita e squallida.Io non ne sono affatto convinta, Guisito, e nemmeno tu.C'è altro da fare, Mimmo?Credo di no.Bella battuta dal sapore british, Roberto, ma la mia vita è già uno schifo così com'è.Una volta lo facevo anch'io, Enrica: mi sedevo e mi mettevo in contatto con me stessa.Peccato che, da allora, sotto i ponti sia passata tant'acqua.La gamba è andata: stamattina ho fatto i raggi.L'ho appena scritto ad Enrica, Vic: piaceva farlo anche a me, prima che mi trasformassi in quello che sono oggi.Per la gamba c'è poco da fare: solo una protesi, ma non se ne parla nemmeno.No, Marco: per niente.Ha ricevuto regalini adatti alla sua età.Io e mio fratello le abbiamo regalato il portatile, che desiderava tanto.Più tardi passo a leggerti.Anch'io mollo, sai?La radiografia di stamattina mi ha scaraventata in uno sconforto assoluto.Degli UFO, Giardi? :)Lo dicano pure, Arci: pittosto che andare sotto i ferri vado sotto un tir.Coppie regolari?Io sono una single molto irregolare, figurati.
Giuro che intuisco di chi sia la mail, a proposito salutamela. Per il resto quando hai visto padre e pio, immagino il dolore ti sia scomparso immediatamente.
Io finisco in chiesa solo quando ho voglia di silenzio,quando ho bisogno di meditare.Diversamente,a matrimoni/battesimi/comunioni,non appena ricevo un invito,la prima condizione che pongo è "vengo solo se di fronte alla chiesa c'è un bar"e poi i baustelle.e poi l'ombrello in cima al blog.e poi una che è sempre in ritardo,come il sotto scritto.Insomma,in sostanza,sono finito in n gran bel posto :)[un creativo non ha orari,solo ritardi]
Mi dispiace, Gians, ma l'amica è un'altra. :-|No, il dolore non mi è passato allora: sono stati gli sbandieratori e il voltaren. ;)Ciao, (il)carismatico, mi hai fatto prendere un colpo, perchè mi è venuta in mente una tal persona: poi ho letto il profilo e ho tirato un sospirone di sollievo. Tra l'altro lui non aprirebbe mai un blog.Questo post è sempre in procinto di fallire o di chiudere i battenti.E oggi sta risentendo pesantemente del pessimo umore della sua tenutaria.Quindi che ti ci sia trovato bene è…un miracolo?Benvenuto.
da uno che ama la pioggia,odia il sole,il caldo e tutto quello che notoriamente la gente ama…Ti pare che mi ci possa trovare male?
Azz, pensa che se pure non sono uno che scommette cento "euri" gli avrei puntati. :)
Spero che il pivello non faccia troppi danni con tua nipote. Lo zelo può allontanare dalla religione più di Satana in persona.Ma che hai alla gamba?Che dice la radiografia?Non farmi preoccupare, vecchia mia :)))))
Ognuno,Nico cara, ha il suo schifo personale,la sua zona putrida con la quale si sforza di convivere evitando di farne il fulcro della sua vita.Ecco,tu dovresti fare solo un piccolo sforzo in questa direzione.
Non so, Il Carismatico.Io non amo di sicuro la calca, ma sole e caldo sì, anche perchè il freddo mi fa stare male.Ma io sono convenzionale e per nulla carismatica. ;)Stavolta avresti perso la scommessa, Gians. :pNon abbiamo figli molto timorati, Efestuccia, forse perchè lo siamo poco noi.Io in primis.La prima comunione è un rito della comunità cattolica, e noi ne facciamo parte.Per dirtene una, non faccio la comunione da quando mio figlio fece la sua prima, nel 2002.E la feci perchè non potevo farne a meno.Eppure ho avuto alcuni amici sacerdoti (del genere missionario), e li ho stimati perchè non erano i clericaletti a cui siamo abiyuati.La mia gamba?Eh, è una lunga storia, ma ci stiamo avvicinando molto velocemente all'epilogo, lei ed io.Non è una zona putrida, Roberto: è il senso di sconforto per una vita che ha deluso molto.Per non parlare degli ultimi dieci anni, nei quali pare che mi si sia rivoltato contro il mondo.
Eh, è una lunga storia, ma ci stiamo avvicinando molto velocemente all'epilogo, lei ed io.mamma mia,che puttanata !Hai solo una coxoartrosi curabilissima…C'è poco di cretaivo in questo,operati,prosaicamente,e vedrai che starai meglio…sandro55Lo devi ai tuoi figli,a te,a noi che ci siamo operati…e siamo più vivi che mai…
Leggo per la prima volta sandro55, lo scrivo come lo ha fatto lui, a me pare che abbia profondamente ragione. Visto anche il 55 che immagino come suo anno dominis, è chiaro che abbia avuto la tua stessa esperienza. Ascoltalo.
Ciao Sandro,in origine era una necrosi, adesso c'è anche la coxartrosi e uno strano spostamento della testa del femore contro l'acetabolo: in pratica il motivo per cui, quando cammino, faccio ridere.Lo so, sembra puerile, ma quando tutto ti sta crollando addosso, e quando dico tutto intendo tutto, ti sembra che la tua vita sia segnata da un disegno perverso.Finirò per operarmi come voi, ma ieri, per dirti, ho incontrato una signora alla quale l'intervento non è riuscito. E, siccome stavo andando a fare i raggi, m'è sembrato un segno.Poi si diventa anche irrazionali…So come la pensi, Gians: ne abbiamo già parlato.E' che sono fatta così: mi incazzo terribilmente, poi accetto.Ho un'altra scelta? Non credo.
l'unico mio difetto è che sono carismatico,per il resto,credo che tu lo sia…e pure parecchio….sensazione…
Non lo davvero, Carismatico.Qaundo mi si sarà disappannato il cervello, e sarò più lucida, ci penserò. :)
Periodo "no" a quanto leggo….
La nebbia intorno a me. Fino ai quarantotto anni sono stato un ragazzo normale.Avevo una vita normale ed una famiglia normale. Le domeniche d’estate andavo a funghi e camminavo per questo delle ore. Se i miei figli mi chiedevano di organizzare una partita a calcetto mista genitori-figli,io ero sempre pronto. Andavamo dal Michele,che si è costruito un campo di calcetto in terra battuta, e ci strafacevamo,almeno noi genitori,di acido lattico,fino alla resa totale. La scusa era sempre che “loro” erano troppo forti,e che sul trentaquattro a cinque la partita poteva finire, e che era ora di tornare a casa.
Poi una bella domenica di marzo,troppo bella per poter migliorare, mia moglie mi chiese di fare una passeggiata a piedi per Telese. Erano le quindici,la Juve giocava in posticipo alle venti e trenta, e niente mi avrebbe impedito di tornare a casa per vederla battere l’inter. E difatti,da quel momento,la domenica peggiorò ! Dopo circa un’oretta di camminata leggera e piacevole,non senza aver incrociato lo sguardo di qualche amico in macchina che si chiedeva come mai non fossi davanti a Sky, improvvisamente scese una nebbiolina inquietante,anche se invisibile agli altri, sulla mia vita : la necessità di fermarmi,per un dolore sconosciuto alle gambe. Mia moglie,un po’ spaventata per il cattivo presagio che affiorava dalla lamentela insolita, mi indicò una panchina verde ad una decina di metri. Dieci metri erano tanti,ma ci arrivammo.
Mi ricordo d’essermi fermato una mezzora a chiedermi che cosa mi stesse succedendo, pensavo a qualcosa legato alla circolazione,al cuore,allo stress. Il mio medico mi consigliò tre giorni di ricovero in clinica per un tagliando di controllo alla mia macchina, che secondo lei stava lavorando troppo. In una breve anamnesi trovò la certezza che in me ci fosse il rischio reale di seguire le orme di mio padre, mi grattai di nascosto e non credo che se ne accorse,tanto era infervorata nella sua tesi. Anche nel trovarmi la pressione minima alta vide una scontata analogia tra la mia situazione di salute e la prematura scomparsa di mio padre per infarto. Si adoperò stoicamente al telefono per intercedere con una sua amica caposala, affinché mi ricoverasse subito,per l’urgenza della mia situazione.
Anche se vedevo la nebbiolina del giorno prima ispessirsi sempre di più intorno a me, il mio istinto,legato al mio desiderio di sopravvivenza,cominciava a pensare che si, tutto vero,era ora che cominciassi a tirare un po’ i remi in barca nel lavoro, ma che quello che mi era successo il giorno prima doveva essere qualcosa legato alle gambe e che , così come era scesa,la nebbia si sarebbe diradata in poco tempo. Non ci crederete,ma dopo tre giorni di ricovero,passati a chiedere di essere visto da un ortopedico, sono stato sottoposto ad un controllo accuratissimo di cuore,polmoni,fegato,reni,sangue, urine,diabete,circolazione centrale e periferica,stomaco, e,udite,udite radiografie, ma sono stato dimesso senza particolari allarmi,senza una visita ortopedica , se non con la prescrizione di una pillola per la pressione,una cardioaspirina a scopo cautelativo, la prescrizione di dimagrire e quella di ripresentarsi un anno dopo per una nuova prova della glicemia, perché,incredibilmente,era uscita regolare,ed a loro non pareva vero. Naturalmente,non mi sono arreso,e qualche giorno dopo sono andato privatamente da un ortopedico, che mi ha fatto ripetere immediatamente le radiografie,questa volta sotto carico ed alle anche, da dove è sbucata,come un fantasma nero nella nebbia,la parolina coxoartrosi. Che è,che non è,prima di tornare con le lastre dall’ortopedico, internet mi rispondeva : artrosi delle anche. L’ortopedico mi garantiva che alla mia età,se fossi dimagrito venti chili, avrei rinviato le mie operazioni di protesi di una decina di anni. Glielo diceva la sua esperienza. Purtroppo insufficiente. Difatti da quel giorno la bustina di aulin che mi concedeva una tantum nei giorni meteorologicamente avversi cominciava a diventare abitudine quotidiana. Naturalmente abitudine inutile e costosa,perché il mio medico si rifiutava di prescrivermela, essendo in contrasto con la cardioaspirina che prendevo a scopo preventivo per una cardiopatia potenziale, che alle successive visite di altri cardiologi si rivelava eccessiva.
Ma tant’è,i medici sono loro,io al massimo sono un meccanico che ripara elettrodomestici ed,a volte,i ricordi. Cosa che sto facendo in questo momento,dopo due protesi alle anche, una quindicina di chili in meno e qualche quintale di antinfiammatori assunti per le vie più disparate. Nel frattempo anche i medici legali dell’INPS riconoscevano alla seconda visita, la prima non era una visita ortopedica ma generale,che la mia situazione era invalidante, almeno per due anni, che sono quasi passati, e mi invitavano fraternamente ad operarmi il più presto possibile. Ricordo benissimo,oltre alla gratitudine per avermi concesso un discreto assegno mensile, legato ai miei trentaquattro anni di contributi,un brivido nella schiena, quando uno di loro mi raccomandò di rivestirmi lentamente,perché, a suo dire, e non c’è ancor oggi motivo di dubitarne,mi sarei potuto bloccare.
Realizzai immediatamente che la situazione era grave, e cominciai il classico giro di ortopedici più o meno onesti, più o meno disinteressati,fino ad arrivare a quello che considero il mio salvatore. Ne ho già fatto il nome in altre occasioni,ma lo ripeto : il professor Claudio Iundusi, primario della sesta divisione ortopedica dell’ICOT di Latina. Mi ha convinto a dimagrire,mi ha operato alle due anche con protesi al titanio non cementate a distanza di sette mesi una dall’altra,mi ha permesso di tornare a vivere, con ampie speranze di tornare,anche se non più ragazzo come due anni fa,normale. Certo,è facile adesso,riparando i ricordi di due anni d’inferno, dimenticare lo stato pietoso in cui mi sono trovato, ma queste parole devono servire a chi ancora non è uscito dal tunnel dell’invalidità, perché possa vedere la luce,perché possa sapere che una rinascita è possibile. Ci sono amici ed amiche che faranno più fatica di me a riparare i loro ricordi, perché il loro calvario è durato diversi anni,a volte una vita intera, magari perché sono passati attraverso errori gravissimi commessi su di loro, ma con la forza di volontà,con il fatalismo di chi sa di essere nei guai, con l’aiuto anche ultraterreno e con un po’ di fortuna, ne sono usciti comunque o ne stanno uscendo. Durante questi due anni non ho mai perso la speranza,non mi sono mai abbattuto, anche (sempre queste anche…) se mi rendevo conto che stavo soffrendo e con me soffrivano la mia famiglia, i miei figli,mia moglie,i miei amici. Ho sempre fatto lo spavaldo parlando delle operazioni che avrei dovuto fare, anche se sotto sotto mi tremavano un po’ le gambe. Ho sempre cercato di minimizzare,anche se vedevo riflessi negli occhi di chi parlava con me una sincera e realistica preoccupazione. Poi un giorno,per caso,mi sembra a pagina 67 e siamo ormai quasi a cento, ho scoperto il forumsalute. Già frequentavo due bellissimi forum meteo,la mia grande passione insieme alla fotografia, dove tanti amici mi hanno sempre incoraggiato e sopportato. La mia esistenza con il forumsalute però è cambiata,perché ho scoperto tante belle persone con i miei stessi dubbi, a volte con qualche paura in più od in meno,ma sempre con le normali paure, sane paure che ti sottraggono all’incoscienza e ti fanno scegliere per il meglio. E’ stata come una iniezione di un antidolorifico nuovo, che non scade i suoi effetti nel tempo come gli antidolorifici che conoscevo. Un’iniezione di fiducia sparata direttamente nel cervello,che ti anima dal di dentro con la voglia di descrivere tutto quello che provi, per aiutare e per farti aiutare. Anche adesso, che ogni giorno sembra essere per me migliore del precedente, mi sento di dover molto ai tre forum che frequento ed ai suoi forumisti,ai nuovi come ai vecchi. Queste righe sono si un incoraggiamento ai prossimi operandi, a chi soffre per una qualunque malattia,ma sono soprattutto, un ringraziamento per quello che sono stati per me il forumsalute,campaniameteo e meteogs. Qualche mese fa,non avrei mai immaginato che potesse essere così bello ed importante far parte di comunità virtuali. Ora lo so. Ed è anche per questo che non mi sto più avvilendo per una mancata irruzione fredda, per un po’ di scirocco di troppo,mi basta che la nebbia di qualche anno fa si stia dissolvendo intorno a me, facendomi vedere una bella carta con su scritto : L'importante è la salute !
Febbraio 1956 Sandro guarda la neve cadere. E' tanta, e si deposita su tutto. A Laveno Mombello non è un evento raro.Ma lui non lo sa. Od almeno,non lo sa ancora.Ha solo cinque mesi.Ad un migliaio di chilometri di distanza Delia guarda la neve cadere.E' tanta e si deposita dappertutto,sulla "rutine" primordiale che incorpora,fossilizzati,rametti,insetti,foglie del tempo che fu. Ogni 4-5 anni la fa. Delia,quasi tre anni, guarda il mondo attorno a lei con l'innocenza della sua età,ma un brivido le percorre la schiena ,da qualche parte,verso nord,si sta compiendo il suo destino,verso nord un paffuto freddofilo si fa le prime discese sulla slitta della vita, e lei vede in sogno , intirizzita, quello che sarà il suo destino ed il suo tormento.Dovrà riconoscere un dialetto non suo,dovrà sopportare,suo malgrado week end sulla neve,soffrire di geloni ai piedi,rimpiangere ù sole è Napoli. Le Fiat Cinquecento gialle che passano nella via principale, lo fanno con grossa difficoltà, lasciando due strisce sulla strada. La campagna sannita è immacolata l'aria è piena delle bestemmie dei contadini che sanno di avere poco foraggio nelle stalle.Le "rutine" che contraddistinguono la piana Telesina, di origine glaciale ,adagiata fra il massiccio del Taburno e quello del Matese,nellaprovincia di Benevento, ormai non le vedi più. Continua a nevicare. Sandro è fortunato, e lo sa. Mille chilometri più a Sud, qualcuno le sta crescendo una delizia dai tratti greci.Non viene da una famiglia benestante, ma l'armonia che regna nella sua famiglia compensa anche questo ed un tazza di latte di mucca,una fetta di pane di segalae ed un cucchiaio di miele d'acacia prealpina,sul suo desco non mancano mai.Non ha nemmeno la televisione, un lusso che pochi possono permettersi. Tuttavia lo spettacolo che gli si offrirà nella sua infanzia,fatto di neve e di neve,di partite a pallone con fratelli ed amici,non gli impedirà di andare anche lui via, a cercare l'amore altrove.. Gli piacerebbe suonare e cantare, lui che non è intonato. Nevica, continua a nevicare, mentre questi pensieri gli si affollano nella testa di enfant prodige. Il biancore ormai è acceso, e ricopre tutto, strade, palazzi, abeti, giardini,morene,il suo lago maggiore ,felice anche lui del candido mantello. L'odore nell'aria non è più quello delle pioggia natie di settembre, è quello della neve, un odore che non immagianava,immaginario eppure reale. Tocca la neve mentre scende laripa slittando, morbida e soffice. Cerca di berne un pò, l'acqua che viene fuori dalla neve al gusto è ottima. Nell'aria non vi è alcun suono, è tutto ovattato. Le sue anche affondano nel manto candido e non gli lasciano presagire nulla di quello che gli sarebbe capitato."Chissà", si chiede, "se al mondo vi siano altri pazzi come me che amano i fenomeni atmosferici". Chissà. Lo scoprirà decenni dopo, grazie a Internet.
1975. Sandro è cresciuto, è ormai un uomo fatto. Porta la barba lunga come si usa tra i ragazzi della sua età. La politica, che accende gli animi e le passioni in questi anni, lo interessa e coinvolge, e lui la la segue. Sa che scoppiano bombe di cui non si sa chi siano i responsabili, gli Inti Illimani riempiono le sue notti da idealista.Non disdegna nemmeno caludio Baglioni e la sua maglietta fina.Le lunghe passeggiate sulla Prealpi Lombarde alla ricerca di porcini lo ritemprano,e l'accompagna finalmente quella che sarà la madre dei suoi figli. Ma loro non lo sanno.Od almeno,non lo sanno ancora.Dovrà,lui, accompagnare il padre al camposanto e servire la patria,marinaio che non sa nuotare,per altri due anni prima di abbandonare il paesello natio.——————————- 2004. Sandro ha quarantanove anni, lavora nel suo negozio di elettrodomestici che ha messo faticosamente su,mentre la sua maestrina gli metteva al mondo quattro meravigliosi figli. Ormai da anni non pensa più ai suoi sogni di gioventù,anche se coltiva la politica ingenuamente con passione. E del resto è soddisfatto della sua vita. Ha una bella moglie, due figli, una bella casa. I soldi non mancano. Di tanto in tanto riprende ad andare a funghi, e gli va bene così. Oggi fa freddo, Caroselli ha previsto neve, evento ormai sempre più raro. Lui si ricorda i veri inverni, quelli in cui stavi col bracere acceso, in cui Bocca delle Selva era isolata, il Monte Miletto era sempre innevato da ottobre a Giugno, in cui a Telese,da fine dicembre a metà marzo faceva piuttosto freddo, non tanto, ma lo faceva. Inizia a nevicare. Sandro esce dal negozio, dice alla moglie di occuparsi lei dei clienti. MA il dolore alle anche si faceva sempre più forte.Il cielo è in burrasca, e inizia a "fumare" per il freddo. Tira un vento gelido. Ci sono tre gradi. Fiocca. I fiocchi svolazzano, e non la smette per un paio d'ore. Non gli sembra vero quello che vede. La neve bianca cade sulla sua nuca, sugli alberghi che d'estate ospitano i turisti, sulle auto che affollano la cittadina termale in questo sabato speciale. Ripensa al silenzio di quei tempi che lo videro bambino sulla slitta, alle Fiat Cinquecento, al lago ghiacciato,alle partite a pallone con la sfera resa pesantissima dalla neve ,e non riesce a pensare che il suo pensiero principale ormai non è piùla neve,ma l'artrosi alle anche.Nevica su questo paese trasformato nell'anima. L'odore della tramontana penetra nelle ossa, spinto dal vento. Le foglie delle querce sembrano essere schiaffeggiate. La neve al tatto è ancora soffice, ma non puoi più berla. Il rumore dei clacson delle auto impantanate nella neve è assordante, hanno chiuso anche l'autostrada. Sandro di nevicate ne ha viste tante, anche se sempre meno spesso ultimamente, ma questa sembra riportarlo a quell'epoca di grandi sogni che adesso non c'è più.Ma non può goderne,Deve pensare alle protesi alle anche. Sandro cammina ora a fatica in un tratto dove le pietre sono sostituite dalla sabbia, dipinta dalla neve.Camminare sulle pietre con la coxoartrosi non è bello,cerchi sempre il tragitto migliore,ti adatti,sai di essere handicappato.A quasi cinquant'anni è ancora giovanile, non magro, e si sentiva al sicuro ,con la sua voglia di vivere ,anche se con un pò di ansia pel futuro dei figli, com'è normale che sia. Ma a cinquant'anni non è più permesso fare certi sogni. Specialmente se hai l'artrosi alle anche,specialmente se sai che devi operarti,se vuoi vivere.Sandro non ci pensa più, ma piange a dirotto, come la neve che cade.
Mi sono accorto di un grave errore: nel 2004 avevo giù quattro figli.Chiedo scusa agli ultimi due…
leggendo i commenti dei tuoi amici intuisco la confidenza che c'è, non conoscendoti non posso fare altrimenti, anche se ti leggo spesso, però le tue riflessioni li sento vicine, sotto angolature diverse ma situazioni simili.Due anni fa sono stata in crisi con mio marito e da questa crisi ne sono uscita mal concia ma soprattutto il rapporto con i miei figli, mi chiedo tuttora quale sia lo strascico emotivo che si portano dietro, soprattutto il più grandicello.Oggi le cose sono migliorate e cerco continuamente di essere presente, ma alcune scene, alcune parole, restano ferite indelebili…un saluto
Assolutamente, Daniele. Le "rese dei conti" arrivano sempre.Caro Sandro, ho letto molto volentieri la tua storia.Da qundo eri un bimbo innamorato delle sue montagne.Mi piace molto il modo in cui parli di tua moglie, e l'idea che qualcuno, a tanti chilometri di distanza, la stesse crescendo perchè fosse tua.Beh, tutto questo è molto bello e poetico persino per me, che ho fatto del relativismo la mia bandiera di vita.Io con gli uomini non ho avuto fortuna: nemmeno con il padre di mio figlio, e nemmeno con colui che avrei amato più di me stessa, alcuni anni dopo.Zero.Una zitella con lo spirito da zitella.E sia.Quando sai di poter contare sulla salute ti ritieni già parecchio fortunato.Poi arriva lo stop: e non sai quanta autonomia ti rimane.Io mi sono ammalata circa nove anni fa, ad una gamba sola, e anche grazie a voi del forum ho trovato il coraggio di chiamare l'ortopedico.L'ho fatto verso mezzogiorno, dopo aver ricevuto qualche salutare strigliata.Ha detto che mi richiamerà lui appena torna in zona.Nel frattempo continuo a cercare in rete, perchè la radiogrfia ha mostrato un particolare nuovo, che forse non fa parte della mia patologia e che di certo non mi aspettavo.Proprio ieri, mentre aspettavo che mia madre scendesse di casa per portarla con me al centro sanitario polivalente, ho incontrato una signora di una decina di anni più grande di me: e l'ho vista zoppicare.Mentre si parlava un po' mi dice che giusto un anno fa ha messo la protesi ad un'anca, e che non riesce ancora a piegarsi per mettere le calze.Forse perchè, ha aggiunto, sua madre anziana è caduta frantumandosi un numero imprecisato di ossa, e lei ha dovuto interrompere la sua riabilitazione a metà.Non so: mi è sembrato un brutto segno, ma forse sono solo molto spaventata.Torna ancora: mi piace quello che scrivi, e mi piace come lo scrivi.
Gli altri due ti scusano di certo, Sandro: non si può non scusare un padre affettuoso come te. :)Ciao Aurora,checchè ne dica certa gente, i figli risentono comunque della rottura dei genitori, anche sa la separazione viene gestita con civiltà e modi urbani.Io ho un solo figlio.E' un ragazzo molto sensibile e buono, ma è estremamente chiuso e spesso vulnerabile e ansioso.Niente di gravemente patologico, ma il ricordo dei suoi occhietti tristi non mi abbandonerà mai.Benvenuta.
@Sandro, appena mi comunichi che numero di spaghetti preferisci, ti invito a cena, io vado per il n°5. ;)
Per me niente, Gians?:p
“Buona serta”. (è come “buona serata”,ci manca solo un'a..)si può scrivere un'a o debbo usare "una a" ?Vada per una a.Buona serta anche a gians,e grazie per l'invito.Niente spaghetti,prediligo le linguine. Purtroppo vi debbo dare una brutta notizia :da quando sono stato operato alle due anche,la mia qualità della vita è nettamente peggiorata.Per tre anni circa,quando stavo male,stavo meglio di adesso.Se c’era da portare dentro la legna del caminetto,provvedevano i miei figli,anche se brontolando.Se c’era da scaricare la macchina della spesa,mia moglie faceva di tutto per scaricarla lei.
Se mi cadeva qualcosa per terra,c’era sempre qualcuno che me la raccoglieva.Le unghie dei piedi me le tagliava mia moglie,insieme a qualche pezzo di dito,cecata comm’iè !Quando attraversavo sulle strisce,con la stampella, gli automobilisti si fermavano sempre.La notte non riuscivo a dormire,e così scrivevo,scrivevo,scrivevo….Ora tutto questo è finito.Tutti vogliono e pretendono da me,tutti i privilegi sono finiti.La cosa peggiore è che gli amici forumisti di qualche forum mi rimproverano per qualche giorno di assenza,ma,purtroppo il lavoro mi assorbe tutto il tempo.Quando stavo male,ma sempre meglio di adesso,dovevo chiamare qualcuno per fare tutti i lavori maschili di casa,la cantina era sempre in disordine……………Ora sono costretto a tenere in ordine la cantina da solo,se si rompe un tapparella o si brucia una lampadina,devo salire sulla scala e provvedere personalmente.Fino a qui,quello che ho scritto un pomeriggio,in una rara pausa dal lavoro.Poi,fortunatamente,sono arrivati clienti che mi hanno impegnato fino alle 20,30.
Stamattina mi sono svegliato per vedere il sole nascente,ma vista la delusione per le nuvole, continuo a spiegare a chi sopporta queste righe perché sono deluso ed amareggiato dall’esito delle protesi.Tutti a dire : operati,sarà un’altra vita….MA quale altra vita ?Prima ero autorizzato a lavorare poco,ora lavoro 12 ore al giorno,di nuovo !!!!!!!!!!!!Prima delle protesi potevo far alzare i vecchietti e le donne incinte sull’autobus o sul treno,con la scusa che non mi reggevo in piedi.Ora sono costretto ad alzarmi,perché chi non sa che ho due protesi,non se ne accorge guardandomi, e mi guarda di traverso se oso sedermi all’ufficio postale o in banca sulle poche sedie disponibili.Una vitaccia.Se era necessario andare a prendere od a portare un figlio alla stazione di AVERSA,qualcuno lo faceva per me,oppure mi accompagnavano.Ora devo andare da solo a qualunque ora,per non essere additato come un padre degenere.A chi sta male e si deve operare alle anche dico :non ti operare,rimani sulla sedia a sdraio,per ora,poi mettiti su una sedia a rotelle,ma non ti operare….Potresti fare la fine mia,tutti mi cercano,tutti mi vogliono.Lascia agli altri tutti i compiti faticosi,tira a campare…C’è di peggio che stare male per dei dolori tremendi e non poter stare in piedi per più di dieci minuti…Per esempio,tifare Inter…
Questo è il mio ultimo commento.Giuro.Ero arrivato qui solo per fare un cazziatore a nicoletta,ma poi mi sono fatto prendere la mano.O meglio,mi sono perso qui dentro,in questo mondo sconosciuto,per me,dei BLOG.Ho letto quà e là.Non mi ero nemmeno presentato.Presentarsi in un ambiente nuovo non è mai facile,anche se tramite una tastieraSembrerebbe più facile,si corre il rischio di dare un’immagine falsa.Ho cinquantaquattroanni,ma ne dimostro tredici.Questo non mi ha impedito di sposarmi a ventidue,di emigrare al Sud e di battezzare quattro figli,tutti di quella santa donna di mia moglie.La prima,Sara,è psicologa e vive a Roma.Ha trentaunanni.Una figlia di sei mesi,Arianna.E' Sposata con Alessandro.(che bel nome,vero ?)Lei ed il marito spendono più in affitto di quello che guadagnano.La seconda,Marta,è laureata in Belle Arti e di professione insegna qualche ora alla settimana.Spende più in benzina di quello che guadagnaHa ventinove anni e si è sposata lo scorso anno.Il terzo è Pino,ventiseianni,Tenente dell’Esercito,attualmente è in Libano..Il quarto,Simone,venti uno anni,sta affrontando il primo anno dell’Accademia Militare di Modena.Mia moglie ha qualche mese più di me,insegna,ed ha passato la vita a tentare di farmi crescere.Con risultati deludenti,ma questo è già sotto gli occhi di tutti.La Sacra Rota le ha negato qualche anno fa l’annullamento del matrimonio,e da allora Finge di sopportarmi.Al mattino mi alzo presto e scrivo.Il che irrita molti,ma non basta a farmi smettere.Ho pensato si di scrivere un libro,ma ogni volta che mi rileggo penso che sia una cattiva idea.Ho trovato su internet un sito dove con 109 euro ti stampano 22 copie in formato tascabile con copertina morbida.Dato che il numero di miei lettori è sotto ai ventidue,mettendo da parte un euro al giorno,fra tre mesi circa,potrò regalarne una copia a tutti gli iscritti di questo neonato sito,e poi smetterò di scrivere..Scherzo,scriverò fin che mi leggerete.Così come è sempre stato fin dalla notte dei tempi..”raccontarsi scavando in profondo fra le radici e gli affetti che ci hanno plasmato.”Trasmettere emozioni è il primo successo di uno scritto.Io sono un dilettante autodidatta come altri migliaia di scribacchini,ma fa piacere emozionare.Ma ora sto certamente esagerando.Perciò addio.
No no, Sandro: nessun addio.Mi son presa volentieri la cazziata, anche perchè quando ritengo che qualcosa mi vada male, metto il muso come i bambini.Torna tutte le volte che vuoi.Sono nel forum da pochi giorni, ma ho già conosciuto persone eccezionali: te, Anna, Enza, Pia…per non parlare della tipetta che mi ha portato da voi.Dai, è così bello scambiarsi visite, e poi se tu hai 13 anni io ne ho 10. :)))A prestissimo.
Enne, Emme o come cavolo ti chiami.Tu sei sprecata per un blog!Tu c'hai un talento naturale per la scrittura.I tuoi ultimi due post (questo e quello successivo)c'hanno uno stile… cioè,a desso non mi viene il nome, ma li analizzo con più calma e ti so dire.
Sei troppo buono, Aquila.Scrivere spesso mi viene facile, ma non per questo sono brava.Il mio rammarico, oramai, è quello di aver sprecato le poche occasioni buone della mia vita: quando è tardi lo senti.