La vita che mi diedi

Conserva la mia lucidità mentale intatta fino al momento in cui deciderò di perderla per sempre. L’abitudine imporrebbe di invocare “Dio” o “Signore”, ma io non so invocare, nè pregare. Nè credere.
Posso solo sperare di essere presente a me stessa fino a quando avrò bisogno di esserlo.
Credo che la vita appartenga solo a noi, sebbene le relazioni intessute con le maglie dell’imprescindibilità ci releghino al ruolo infelice di chi vorrebbe spegnere l’interruttore senza poterlo fare.
Eppure sono oramai moderatamente serena.

Lou Reed – Wild child

10 pensieri riguardo “La vita che mi diedi

  1. sperare..provare ad essere presenti a se stessi. forse è l’unica cosa da fare, hai ragione..
    ti auguro un buon giorno

  2. Mi sembrano discorsi prematuri,Nic cara.Goditi ciò che la vita ha da offrirti senza voltarti indietro,altrimenti mi costringerai a sequestrarti per un paio di mesi:) Ciao.Robi

  3. Buona giornata, cara Lila.

    Dici, Roberto? Oramai ragiono come un monaco zen.
    Sì, penso che un sequestro di persona potrebbe essere un’ottima soluzione. :))

  4. Immagino qualcosa… ma non oso dirtela quì, se vorrai toglierti la curiosità di ciò che penso, sai come fare. Un abbraccio per tutto.

  5. Sembra che tu stia alla larga dalla rete e spero sia un buon segno.Ti saluto con affetto,per me è un periodo confuso e felice (tipo Carmen Consoli:).Ciao Nic

  6. Spesso ti ho sentito dire che la vita è solo nostra ma poi, nei gesti, la si dona troppo facilmente a gli altri, non trovi?

    ciao

  7. Confuso e felice, Robi?
    Bene: fa’ conto che io sia l’esatto contrario. Anzi no: diciamo spietatamente lucida e senza emozioni. Divertiti. ;)

    Trovo eccome, Meim. E’ proprio la consapevolezza di essermi spesa troppo che oggi “mi pesa troppo”.
    E riesco a perdonarmelo a fatica.

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