La ballata degli ultimi giorni d’estate è la pioggia che lava le tegole rosse, e i rami dei pini mossi appena dal vento.
La canzone degli ultimi giorni d’estate non è triste: dice di vita che si accende, di speranza che rinasce.
Il muro alto del Grande Mago è verde di muschio, e di ricordi appannati dagli anni.
Si lascia sferzare dall’acqua battente e dai miei occhi immobili, specchi deformanti di un cuore che batte forte.
Che batte ora, ma domani chissà.
I progetti, embrioni abortiti, sono andati via, piano, col passare del tempo.
Col passare del vento.
Eppure c’è ancora qualcosa che pulsa vita, contro le beffe e gli insulti di una maturità sofferta e dolente.
C’è qualcosa, in me.
Ed io, spesso, non me ne rendo conto.*
*Tuttavia domani potrei cambiare sentire, quindi chi non mi conosce non si senta sconcertato: io sono questa, e sono un mucchio di individui che vivono insieme in uno spazio esiguo, contendendosene ogni centimetro quadrato.
tu la senti, la respiri e la chiami vita,
vita che pulsa anche quando tutto sembra nero,
lei batte e tula senti…
tanti qualcosa meravigliosamente mescolati
C’è sempre qualcosa di malinconico nell’estate che volge al termine. Se penso che fra qualche mese saremo protetti da sciarpe, guanti, maglioni, ecc. mi vengono i brividi.
Comunque sì, la pioggia, in questo periodo dell’anno, è proprio un’altra pioggia, diversa da quella che vedi nei restanti mesi dell’anno.
Boh almeno mi piace credere che sia così :)
Non confondiamo le idee. Tu sei una e unica, comunque possa vivere il resto della tua vita -che ti auguro come la desideri- non potrai mai far finta d’essere altro. Io, forse noi tutti, ma parlo per me, adoro stare tra persone che, sempre più raramente mi portano a pensieri più complessi e personali, rispetto ai soliti luoghi comuni. Ti chiedo scusa per i miei ultimi atteggiamenti -freddi e superficiali- e mi rimetto alla tua compassione.
Resta così,come un diamante che splende per se stesso,senza badare a chi assiste allo spettacolo.Ti abbraccio.Roberto
E’ strano, ma nemmeno tanto, che abbia ripreso a sentirla dopo un periodo molto brutto, Sabby: credevo non ne sarei uscita mai più.
Una macedonia di sensazioni, Metro. :)
Anche a me piace credere che sia così, Celito. Con l’età ho imparato ad apprezzare il bello di ogni stagione e, sebbene detesti il freddo, di quei lunghi mesi di buio invernale amo il tepore della casa e le mie abitudini.
Una ma multisfaccettata, Gians. :)
Non sei stato superficiale (magari un po’ freddino sì), ma capisco bene che non ci si possa sentire sempre al top.
Capita.
Un bacio. ;)
Grazie, Roberto. Più che altro mi sento pietra grezza, ma va bene lo stesso.
Ricambio senz’altro l’abbraccio.