Insisto, ma è un dettaglio: i titoli, almeno quelli, andrebbero tradotti alla lettera, oppure lasciati nella lingua originale.
“Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”, o un uomo alto e scuro, è scimmiottare il linguaggio delle fattucchiere: quelle che ti dicono quello che vuoi sentirti dire perchè “un’illusione è meglio di un farmaco”.
L’ultimo film di Woody Allen non è memorabile, ma vale idubbiamente molto più del prezzo del biglietto.
C’è un senso, un monito, una morale in questo film?
Lo spettatore media secondo la propria sensibilità, e sperimenta esegesi generalmente basate sul proprio vissuto.
La paura di invecchiare esorcizzata imitando i giovani, o frequentandoli intimamente, non allevia l’angoscia del tempo che passa, anzi frappone distanze siderali che fanno sentire fuori luogo, o ridicoli.
Meglio accettare la vita com’è, cercando sollievo in un goccetto di whisky o fantasticando su un sogno che sembra impossibile, ma che può avverarsi.
E le piccole e grandi scorrettezze, quelle che portano, cinicamente, ad approfittare dell’incidente di un amico creduto morto, prima o poi si pagano.
E si paga anche la superficialità nel considerare i sentimenti delle persone care.
Non è l’antico testamento, ovvio, ma una lettura amara di quello che è la vita: più ombre che luci.
Ridacchiando tra me e me, sulla via del ritorno, ho provato a leggere in chiave “alleniana” un problema mio personale.
E, di colpo, l’ho visto piccino e senza importanza.
Io, che per anni ho creduto ai marziani.
Devo vederlo assolutamente, nel frattempo cerco di risistemare certe mie personali tendenze riguardo la superficialità o il cinismo con cui considero i sentimenti delle persone care. ;)
Se aiuta a non credere più ai marziani è imperdibile!
Quando ho trovato il tuo commento credevo che fossi un altro Nicola! Sono contenta di aver scoperto il tuo blog.
Incommentebile la traduzione del titolo! Mi trovi assolutamente d’accordo, poi, sul giudizio complessivo. Non è tra i migliori di Woody, ma ha comunque molti spunti interessanti.
Devo dire che tra gli ultimi suoi film ho gradito particolarmente Whatever works, quello dello scorso anno. Molto sottile, di rara finezza.
Al tempo stesso è come se Allen ci dicesse: c’è chi crede che in futuro sarà felice solo perchè gliel’ha detto l’astrologa, chi si illude di tornare giovane pagando una prostituta e facendosi di viagra, chi crede di essere un grande scritore e invece…tutte queste illusioni sono fragili. Però è anche come se aggiungesse: non possiamo farne a meno, e qualche volta – come nel caso di Helena – funzionano.
Poi ovvio ognuno commisura il comportamento dei personaggi del film in base al proprio vissuto. L’ho fatto anche io, chiaramente. Hai presente come si sente Naomi Watts quando parla per l’ultima volta con Banderas?
E’ dai tempi di Scoop che non torno al cinema per il vecchio Woody. So di essermi perso belle pagine di cinema, ma io rivorrei vedere Allen attore. E’ possibile?
Andrò a vederlo anche se concordo con IlMale che anch’io vorrei vedere Allen attore. Devo dire che io preferico il W. Allen più sarcastico-filosofico – ironico rispetto all’ultimo Allen più alla portata di tutti. Ma é un mio parere quindi una visuale soggettiva ovviamente :-)))
Io non bevo wisky ma posso dirti che i sogni si avverano e le distanze generazionali pure.Chiama ragazze le cinquantenni e vedrai che ti sentirai appartenere ad un’altra gioventù marziana ma il verde spesso dona.
Citando Woody direi che “basta che funzioni”.O no?
E’ una cosa che prima o poi capita a tutti, Gians. Magari poi si riflette, ci si ravvede e si diventa peggio di prima.
Personally tested. ;)
Diciamo che regala ottimi suggerimenti, Gatta. Però sappiamo bene che tra il dire e il fare c’è di mezzo un oceano. Se non avessi avuto, tra i miei pochi pregi, una scorta famiglia di autoironia, a quest’ora sarei in una casa di cura.
Un bacio.
Sono d’accordo, Astrid: il monologo finale di “Whatever works” va citato, o ripetuto spesso: come quello di “The big Kahuna”.
E’ un dato di fatto che anche il “peggior” Woody Allen sia meglio di tanti registi senza infamia e senza lode.
benvenuta. :)
Ho presente eccome, Celito. :-|
Molti di noi (e, per certi versi, mi ci metto anch’io) hanno bisogno di sapere che non sono totalmente abbandonati, e che un tot di felicità futura prima o poi sarà possibile. Se non è frustrante, che male c’è?
Spero di sì, Leo, anche se in Italia dovranno porsi il problema del doppiaggio. Non tutti i film senza Allen attore sono malvagi: il suo spirito e la sua musica aleggiano ovunque, e rendono ogni suo film inconfondibile.
Io provo anche ad andare oltre, Daniele: secondo me la migliore musa ispiratrice di Woody Allen è stata Diane Keaton, e i suoi primi film vere e proprie pietre miliari. Tuttavia, come ho scritto sopra, il suo stile rimane inconfondibile.
Se mi chiamano ragazza, dentro di me sento che è così, anche se il dubbio che mi stiano prendendo per i fondelli mi sfiora, Andreapac.
Forse qualche sogno si avvera: ma probabilmente è un fatto casuale.
Sulle distanze generazionali oramai non transigo più: sono diventata una specie di talebana.
Esatto, Roberto: quel film è un gioiellino. Di sano cinismo e di senso della realtà.
Concordo con la tua risposta; Erano davvero una coppia fenomenale almeno sul grande schermo.
sono andata anch’io sabato a vederlo..l’ho trovato carino, frizzante, con alcuni personaggi molto ben caratterizzati, su tutti sir hopkins e shaaaaarmein e la ex moglie svampita …si vede la mano del regista e dello sceneggiatore impagabile. vale la pena..si ride e si ragiona, dopo.
Sisì, Daniele. Poi tieni presente che a me la Keaton è sempre piaciuta a prescindere da tutto.
Ciao Cristina, Hopkins non si discute, anche se, ogni volta che lo vedo, mi viene in mente Hannibal Lecter.
Scorii Woody Allen quand’ero giovanissima, e “me ne appropriai”, sentendolo affine a me per molti aspetti.
E’ stato proprio lui a “sdoganare” le nevrosi, comprese le mie. :))
Non vedo un film di woody Allen da circa 15 anni. Il tuo giudizio ( che rispetto) non mi ha fatto venir voglia di entrare al cinema. Quello che ci hai scritto sopra invece mi farà ritornare qui. Io credo ai marziani.
Credi ai marziani, Piero? Io nemmeno più a quelli.