Pensavo

Anima e piedi a mollo, spettatrice di co(s)miche disarmonie, guardavo la parete di fronte a me: bianca, con dei minuscoli triangoli gialli.

Pensavo alla famigerata ironia della sorte, a quell’insieme di circostanze che pareva essere sotto gli occhi di tutti: di tutti, tranne che dei miei.

L’aver combattuto una lotta estenuante per il tempo di una vita perde all’improvviso la sua importanza, e i vaticini nefasti tornano a concretizzarsi all’orizzonte.

“Eppure, tuo onore, sai che ero in buona, anzi in ottima fede.

Sai che mi sono battuta con dignità, e che con dignità mi sono alzata una, dieci, cento volte.

Non nascemmo tutti con lo stigma del vincitore.

Io perdo spesso, ma ho imparato a farlo bene”.

Sting – Shape of my heart

14 pensieri riguardo “Pensavo

  1. Se bastasse la sola fede….tutti saremmo Santi.Il mondo però ha bisogna soprattutto di energia, un’energia cartatterizzata, anche, dalla degnità della fede, ma non solo di essa.
    Surge Nicolaus!

  2. “Io perdo spesso, ma ho imparato a farlo bene”. Ma lo sai che sei spesso citata? Secondo me sei un’aforista nata. Comunque farlo bene non mi è mai bastata come consolazione e credo che non basti nemmeno a te. Ho sistemato le impostazioni dei commenti adesso puoi entrare da qui e da dove ti pare. ciao

  3. si, è bene imparare a perdere …bene.
    Con onore. A testa alta.
    E a vincere a testa bassa :)
    lo sai, sono inguaribilmente ottimista!
    un abbraccio
    Lila

  4. Saper perdere con stile penso sia una gran cosa.Il passo successivo è quello di trasformare le sconfitte in eleganti ritirate.

  5. I Care, sei Veltroni o un detersivo per capi delicati?

    Non mi bastava, Piero: ma ho dovuto imparare ad abbozzare per “sopravvivere”. Bene: adesso non dovrò fare il giro del mondo in 80 giorni.

    Mi chiedevo spesso, una volta, come ci si potesse sentire ad essere ottimisti, Lila. Sensazione mai provata, perchè si nasce in un modo, o in un altro. E poi c’è la vita…
    Un bacio.

    Gians Gians, non è dolore: è solo amarezza. E l’amarezza è l’altra faccia dell’ironia. Credimi. ;)

    Sto perfezionando l’arte, Roberto. Non è facile, ma ho scoperto che mi riesce bene.

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