Ti inviterò a bere con me.
Un ultimo bicchiere non si nega nemmeno a un condannato.
Mi siederai accanto, sul divano pervinca.
Guarderò i tuoi occhi:
passaggio veloce di nuvole scure.
Palperò l’imbarazzo,
il tuo.
Io sto bene,
sono tre spanne sopra di te,
piccolo uomo senza significato.
Ti offrirò da bere.
Tu berrai, guardandomi perplesso,
e nell’aria si diffonderà
un profumo di mandorle amare.
C’è una dedica speciale per questa poesia?
Sì, Roberto. Ma l’ho scritta tempo fa.
Minchia!
Sono posseduta dallo spirito di Lucrezia Borgia, Gians. ;)
Forse la ricordo, può essere? Cmq si avverte malinconia mista a rabbia e simulato ma non reale senso di superiorità. Hai sempre scritto molto bene anche in versi.
In effetti te l’avevo fatta leggere, Daniele: avrà un annetto.
Hai ragione: il senso di superiorità è solo apparente. Dettato da una rabbia che oggi, per fortuna, non provo più.
Grazie per il resto. :*
Che testo fantastico!
Ciao Maraptica, amica degli animali. Come me. :)