C’è chi festeggia i compleanni, chi li detesta, chi li esalta.
Io i miei li ignoro: forse per tentare stupidamente di fare marameo al tempo che passa, e mi passa addosso mentre cerco di proteggermi.
Non che avessi pensato a chissà cosa, ma avevo deciso di regalarmi l’ultimo film di Almodòvar.
Poi il figliolo s’è ammalato, e non mi son sentita di lasciarlo solo a lungo: anche se ha la bellezza di diciannove anni.
Anzi mi son sentita un po’ in colpa perchè stamattina, saranno state le cinque, ha fatto irruzione nella mia stanza dicendo che “si sentiva la gola trafitta”.
– Prendi un Flomax e torna a letto.
Così a mezzogiorno aveva 39°, e due tonsille come palline da ping pong.
Buon compleanno, mummy.
Nel pomeriggio sono andata al mare perchè avevo dimenticato alcuni oggetti che serviranno a lui nella nuova casetta in cui andrà ad abitare con altri due ragazzi, a Bari: phon di riserva e accappatoio di microfibra, che assorbe tanto e ingombra poco.
E le medicine: una scatola di Augmentin ed una di Tachipirina comprate poco prima che tornassimo qui, e dimenticate non so dove.
Tornare in quella casa mi trasforma, mi rigenera, evoca ricordi, anche tristi, che magicamente diventano teneramente nostalgici.
Il mio ritorno da Rozzano, e i primi passi a casa mia: casa al mare, ricca di vialetti di terra ghiaiosa e lastroni di pietra sui quali avevo temuto di dovermi schiantare.
E scale, scale, scale.
Sarà stata quella casa il segreto della mia ripresa lampo? Penso di sì.
Ci sono arrivata che il sole iniziava a calare.
Il semplicissimo fatto di prendere la chiave e farla girare due volte ha un suono che mi riconcilia con i miei aculei.
C’è tutto: il phon, l’accappatoio azzurro e una borsa che non mi ero accorta di aver lasciato appesa alla maniglia della porta della mia stanza, com’è mio uso e costume.
C’è quasi tutto, cioè: mancano i farmaci, finiti chissà dove, o buttati via con la spazzatura per distrazione.
Mi richiudo il cancello alle spalle con i soliti due giri di chiave, guardo la villetta che si staglia contro il buio incombente, la saluto (tanto prima o poi ci andrò a vivere per sempre) carico il bagagliaio e rimetto in moto.
Mi sento serena, e la cosa, quando accade, un po’ mi sconcerta.
Per strada incontro un’amica in bici, perchè lì in bici ci vivi; poi passo dalla farmacia, dove ai farmaci per il ragazzo Riccardo aggiungo un paio di frivolezze per me, che mi sento sempre donna a metà.
Infine in pasticceria, perchè ho deciso di onorare il mio giorno con qualche dolcino, anche se in zona Cesarini.
Mentre guido piano verso l’entroterra, con i bagliori di un sole rosso e ancora caldo sul viso, immagino gli ultimi anni della mia vita compressi: volti, avvenimenti, baci, tempeste, amore, fine dell’amore, tristezza, confusione, dolore, dispiaceri, malattie, rinascite.
Forse non sono fatta per un malinconico declino se qualcosa, in me, urla così forte da farmi rabbrividire.
Forse i giochi non sono ancora finiti.
Sono a casa.
passaggi a sud ovest
11 pensieri riguardo “passaggi a sud ovest”
I commenti sono chiusi.
Cerco di gettarmi dietro le spalle, entrando, i sensi di colpa per le mie assenze (non solo qui da te, ma anche dagli altri amici,,,e non parliamo poi di FB).
Quando ti leggo, mi succede come a te quando torni nella casetta…mi si riconciliano gli aculei…pardon, le zanne lupesche.La tua forza, se posso dire, alimenta la mia, ché ultimamente ne avrei pure bisogno. Mi sono persa il tuo compleanno…allora festeggiamo il non-compleanno…
Abbraccio.
un abbraccio,con affetto
Buon compleanno cara mia, non badare agli anni passati e brinda per quello che arriva.
Susanna cara, il non compleanno è quello che preferisco. Sai, penso che dovremmo alimentarci a vicenda: ultimamente “penso poco e scrivo male”, come cantava Alberto Fortis. Non sono forte: mi tengo a galla e non so perchè.
Un bacio. :*
Lauretta, un abbraccio a te. Con altrettanto affetto. :*
Giaaaaaans!!! Tu li amici li dai per dispersi (da quale pulpito…), e poi spuntano come conigli da un cilindro.
Ho giusto finito di brindare con una doppio malto. Rigorosamente da sola, come fanno quelle come me. :)
Auguri! Anch’io poi non sento molto il compleanno e mi interessa poco festeggiarlo. Quando torno qui, é come tornare in un’oasi silenziosa, dove le emozioni sono sussurrate con parole per nulla spente e che non sembrano certo frutto di un’anima essicata. Proprietà di linguaggio e sentimenti densi di dolce malinconia permeano i tuoi post. Ma una malinconia “serena” che, come in questo post, sembra guardare cmq ancora avanti, ancora al futuro. Perché, come concludi tu, ” i giochi non sono ancora finiti”.
Daniele, tra un po’ inizierò a giocare a “scegli la casa di riposo e vinci un soggiorno gratuito illimitato”. :)
Troppo silenzio, troppa calma.
Non trovi?
non lo so. io proprio calmo non lo sono mai :-)))
Nico cara, per problemi familiari, per mancanza di tempo, per scelta non sto frequentando, o quasi, fb.
Mi sono persa il tuo compleanno e mi dispiace.
Perché a te ci tengo, davvero.
Mi associo al festeggiamento del non compleanno e ti abbraccio forte.
:-**
Auguri eh!!!
i compleanni vanno onorati sempre.
ed io sono molto più contenta quando festeggio quello delle persone che amo che il mio.
ma ci sta.
ci sta tutto, cara nico.
auguri post.
Forse me lo ricordo, Daniele. :)
Grazie degli auguri per il non compleanno, Maria: sai che mi sei cara anche tu, e che non sono solo parole.
Un bacio. .*
Meeeeim: grazie!! Sai cosa si dice dalle nostre parti, vero??
Grazie, Malacqua. Anch’io, come te, preferisco di gran lunga festeggiare che essere festeggiata: non amo sentirmi il centro di niente.
bacione. :)