Mamma-donna mette in moto, accende la freccia a sinistra ed esce dal parcheggio, guardando suo figlio nello specchietto retrovisore: un breve cenno con la mano ed il ragazzo svolta.
Mamma-donna affronta il traffico della città nell’ora di punta, ma è serena: ascolta il Liga e pensa che sì, è vero: l’amore conta.
Esce dal centro congestionato e si avvia verso le strade periferiche che portano fuori.
Ha deciso di dedicare a se stessa il resto della giornata, ed è serena: anche quando non vede lo stop, uno stop grande quanto una casa, e sperona una giovane donna in auto col suo bimbo.
Non è che mamma-donna sfrecciasse, anzi all’incrocio ha rallentato, ma la signora è sbucata da sinistra, e si sono scontrate.
Scontro fra titani: twingo contro punto.
La giovane signora, bella, bionda e in lacrime, esce dall’auto tremando come una foglia: tiene stretto il suo bimbo, bello e biondo, con ancora indosso il grembiulino della scuola materna.
Gioca in casa, nonostante mamma-donna abbia ammesso senza problemi di aver sbagliato: chiama due passanti che conosce, e li prega di far da testimoni.
Poi telefona al marito, non sappiamo se bello e biondo, e gli racconta l’accaduto con parole convulse interrotte dai singhiozzi.
– Ro-beer-tooooooo.
Roberto le dice di chiamare i vigili, i carabinieri, la polizia.
Mamma-donna vorrebbe suggerire, mestamente, un plotone di esecuzione.
Dove sono i maledetti moduli di constatazione amichevole?
Per fortuna la bionda in lacrime li ha: deve averglielo detto Ro-beer-tooooo.
Sopraggiunge, interpellato, un amico di famiglia, e qui, in questo luogo ed in questo punto, precisi anzi precisissimi, mamma-donna pensa che potrebbe prorompere in una risata scomposta: l’amico di Rooobeeertooo è la copia fotostatica di Checco Zalone, comico pugliese che mamma-donna non sopporta.
Il simil Checco aiuta il salice piangente a compilare il modulo, mentre il salice si rivolge a mamma-donna chiedendole scusa per essere così fragile ed imbranata.
– Mi spiace che faccia così.
– Sa, signora, è una ragazza molto emotiva: non le è mai successo niente del genere. Lei invece è così tranquilla: eh, l’anzianità…
Ma quale anzianità, checcozalone che non sei altro??
– Volevo dire che l’esperienza insegna, mi scusi.
Mamma-donna è perplessa e un po’ seccata, firma la sua ammissione di colpa, prende la mano che la bionda in lacrime le porge, gliela stringe -si riguardi, signora, è solo un’ammaccatura- saluta e raggiunge il posto prefissato.
In attesa che il primo spettacolo del film che ha in mente inizi, perde tempo bighellonando per i negozi periferici del centro commerciale.
Acquista dei pantaloni che le stanno bene, un paio di sneaker con tacco medio e alcuni oggetti da Decathlon: ha deciso di tornare ad essere donna-mamma, e per fare ciò bisogna lavorare su se stesse: anche sul fisico.
Un olimpionico blu, una cuffia meno ridicola dello standard medio, pesi per le braccia ed elastici per le gambe.
Intanto si son fatte quasi le cinque: acquista un biglietto -uno solo?cinguetta la cassiera- entra, riempie e paga un bicchiere di palline di cereali ricoperte di cioccolata, più una bottiglietta d’acqua.
Si siede e aspetta.
Un film allucinato, allucinante, allucinogeno.
Poi, uscita, respira forte, e le sembra di sentire l’odore della primavera.
Entra in auto, mette in moto, accende le luci e se ne va.
strike
8 pensieri riguardo “strike”
I commenti sono chiusi.
è passato, non è accaduto nulla di grave, e tu ti stai trovando. Hai sempre una vena amara. Mi piacerebbe cercassi il lato allegro della vita. Ne sei capace, si sente. Buona giornata Nico
l’amore conta e un biglietto solo mi fanno ritrovare la triste bellaNic
Forse un lato allegro della vita non c’è, Willy, ma un lato amaramente ironico sì: sono cambiata, e anzianità e/o esperienze varie ed eventuali mi hanno dato una mano. ;)
Buona giornata a te.
Stamattina vado per banche, e la cosa mi scoccia parecchio.
Triste sì, Arci: ma solo un po’. Oramai è un bel pezzo che faccio tutto da sola. Insomma: ho imparato a bastarmi. ;)
sono contento
A Checco Zalone forse era il caso di spiegare che tu eri così xchè nn avevi alcun Roberto a cui delegare e quindi l’essere “emotiva” nn sarebbe servito a nulla!
insomma qui si dice” chi nn tiene mamma nn piange”!
:)
A Checco avrei potuto dire tante cose, ma in effetti hai ragione tu: vivendo da soli si impara anche la dura legge del tamponamento. :**
Io gli avrei spaccato la faccia a Checco, altro che…
S’impara a fare un po’ tutto da soli.
E lo si fa anche con ironia e autoironia.
baci
Sinceramente ci sono rimasta un po’ male, Maria. Come disse una volta un tizio:” tu hai un brutto rapporto col tempo che passa”. Beh, è vero.
Un abbraccio. :*