acque profonde

  Mi piacciono le piscine con le gradinate ed il parquet.
Quelle con l’orologio grande, come nelle stazioni, in modo che lo si possa vedere da una parte e dall’altra.
E mi piace la musica di sottofondo,  senza schiamazzi.
Pro e contro.
Oggi devo farmi bastare un’onesta piscina di provincia.
Pulita, ma manchevole qua e là.
Senza grandi vetrate e senza parquet.
Senza spogliatoi, ma con una manciatina di bagni di fortuna per evitare di mostrare il culo agli altri.
Una volta c’era l’orologio delle stazioni anche qui: adesso è rimasto solo il suo fantasma, e se non se ne indossa uno subacqueo al polso ci si deve arrangiare con un coso tipo i cosi da cucina, che quando hai gli occhialini appannati non lo vedi nemmeno.
Le corsie sono più strette e questo è un bene, così evito di incrociare gli altri, o di prenderli, o farmi prendere, a improvvide manate in faccia.
Troppa luce bianca, perchè ci vado al mattino: così tanta e così bianca che a malapena riesco a vedere chi c’è.
Mi mancano le grandi piscine di città, quelle con le gradinate ed il parquet.
Quelle con l’orologio delle stazioni, la sera che calava piano e le vetrate tutto intorno.
Quelle in cui potevo ancora sognare che nascosto, da qualche parte, mi aspettasse il futuro, fra l’odore del cloro e la hit del momento.
Anche se il mio presente era una trappola senza uscita.

Red Hot Chili Peppers – Scar tissue

3 pensieri riguardo “acque profonde

  1. Non amo le piscine.
    Il cloro mi fa male.
    Mal di testa.
    Preferisco il mare.
    E quest’anno che l’ho tradito mi manca tanto.

  2. A via di sognare ad occhi aperti si rischia di perdere il contatto con la vita “vera”: e quando ci si sveglia è dura, Daniele.

    Quand’ero ragazzina soffrivo per mille allergie ed intolleranze: cloro compreso. Poi mi è passata. Il mare è sempre il mare, ma ho bisogno di nuotare per rimettere a posto un po’ di cose.

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