nervous

  “Sono un organizzatore nato. Di feste, ovvio.
Quella del 10 settembre rimarrà storica: Alessia vomitava in giardino, Gianmarco sembrava morto sul dondolo, c’erano i dj, le luci strobo e la vodka giusta.
Arrivarono anche i carabinieri, chiamati da quel c….(beep) che abita di fronte, per chiedere se tutto fosse a posto”.
Mio figlio, autore di queste perle di saggezza, sta organizzando l’ultimo dell’anno con i suoi amici.
So che gli piace fare il guascone, e che di suo è un bravo ragazzo, ma a me girano lo stesso.
Arriva un momento, nella vita (quello in cui non sei più ma non sei ancora), in cui vorresti prendere un aereo, biglietto di sola andata in tasca, e far perdere le tue tracce al resto del mondo.
In tre nottate avrò racimolato una decina scarsa di ore di sonno. Nonostante lo xanax.
Stamattina, a cadenza regolare, mio padre ha iniziato a telefonarmi come la più petulante delle sveglie.
Alla fine mi sono buttata giù dal letto con i capelli ritti in testa e gli occhi fuori dalle orbite.
Ho fatto una santa doccia, ho bevuto un benedetto caffè e l’ho raggiunto nella casa al mare.
E mi ha fatto anche un po’ pena, perchè mi stava aspettando nella sua auto, non avendo la chiave del piano di sopra.
Stiamo progettando dei lavori e la cosa mi riguarda, visto che il piano rialzato è mio (dai, Monti, godi pure come un riccio).
E’ che lui non sapeva che fossi riuscita ad addormentarmi solo tre ore prima che decidesse di iniziare a martellarmi il cervello.
Pranzo a casa loro: in quattro.
Nel primo pomeriggio il celeberrimo organizzatore di feste prende la mia auto e dice che va a trovare degli amici, assicurandomi di tornare al massimo entro un paio d’ore.
Così mi son seduta (e mai l’avessi fatto) giusto di fronte al camino, con padre alla destra e  madre alla sinistra: un bel presepe di abbioccati davanti alla novecentesima proiezione del “dottor Zivago”.
Tra un attimo di obnubilamento ed un altro ad un certo punto son riuscita a riprendere in mano la trama di quella che, nel mio immaginario di ex ragazza sentimentale, aveva sempre rappresentato la storia d’amore più bella di tutti i tempi.
E, vedendo vedendo, mi son ritrovata a dissezionare una storiella di una banalità assurda: col solito furbastro fra una donna e l’altra. Quella ufficiale, dolcissima e financo un po’ servile, e l’altra, abbinata all’opzione “facciamoci una sana trombata”.
Ok, Zivago cura ammalati e scrive poesie, ma dopotutto è il solito uomo che si barcamena, un po’ di qua e un po’ di là.
“Masculu sugnu”.
Per cui alla fine, quando un infarto lo stronca mentre cerca di chiamare Lara, intravista per strada dopo anni ed anni, son rimasta a guardare senza emozione, come se in tv fosse passato un documentario sulla riproduzione degli organismi unicellulari.
Sì, sono diventata cinica senza rimedio, il che non vuol dire che non mi possa capitare che un uomo mi piaccia, e pure tanto, ma dentro di me c’è un diavoletto dissacratore che sottolinea tutto ciò che dico o faccio. Anche quel che penso, talvolta, facendomi sentire un personaggio da feuilleton.
Non so se ringraziarlo o maledirlo, questo spiritello insito in me: di certo mi auguro che mi risparmi sempre qualche figuraccia di troppo.
Poi qualcuno di voi crede ancora all’Amore?
Suvvia…
Ps. per la cronaca, Riccardo è tornato a casa dopo quattro ore: avrei fatto in tempo a vedere anche “Via col vento”.

Theory of a deadman – Love is Hell

5 pensieri riguardo “nervous

  1. Cavolo Nic, questa rilettura del dottor Zivago non è dissacrante, è geniale! E pensare che siamo state tutte li a trepidare per il suo cuore di stronzetto che si barcamena tra la moglie e l’amante. Aspetto la tua critica di via col vento, sono curiosa …

  2. Beh, posso iniziare col dirti che ho sempre amato Scarlett O’ Hara, cioè mizz Rozzella, cioè la stronza ufficiale.
    Se te fai pecora er lupo te se magna. Si dice così? :))

  3. L’ho visto al cinema secoli fa e poi mai più.
    Non mi è mai piaciuto, nonostante il mio essere, in fondo in fondo, sentimentale.
    Credere nell’Amore?
    Non lo so.
    Ma quel che credo, o penso di credere, non conta granché.
    La realtà è che mi comporto da idiota.
    Sempre e instancabilmente.
    Morirò idiota.

  4. Io invece mi son sempre commossa come una stupida, però non lo vedevo da tantissimi anni.
    E, all’improvviso, mi son cadute le braccia, forse perchè di doppiogiochisti, ahimè, ne so qualcosa.
    Quanto al comportarsi da idiote, Maria, io non sono seconda a nessuno.
    Purtroppo.

  5. in realtà zivago, al di là degli amori, è stato un grande atto di accusa al sistema comunista, infatti il libro fu proibito, vinse il nobel ma a pasternak fu vietato andare a ritirarlo. il film non ha evidenziato tutto questo. non è un granchè, ma liquidare il romanzo a poco più che un harmony mi pare un tantino esagerato….
    quanto ai maschi ( e donne) doppigiochisti, nessuno obbliga nessuno, e se non si vuole uscire con un uomo sposato si dice no prima : dopo non serve a niente ( e io esco con uno sposato),

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