pensieri come soffici, silenziosi fiocchi di neve

street-art-paris-ufunk-06-610x813Che cosa c’è di sbagliato nella solitudine?
I commenti piovono un po’ a caso.
Ognuno scrive ciò che pensa davvero, o che ritiene giusto in “quel” momento.
D’altronde dogmi non ne conosco, e se me ne sovviene uno lo casso per principio.
La vita mi ha insegnato a non avere certezze: io mi sto allenando a convivere con questo precetto di difficile assimilazione.
Ammetto di avere un carattere ostinato che, a volte, provo a modificare senza eccessivo impegno.
Ammetto di aver appena ammesso che mi contraddico, perchè dogmi e ostinazione vanno a braccetto, ma tant’è.
Troppa introspezione uccide, e su questo potreste scommetterci.
Ti accartocci su te stesso e incominci ad analizzare, ogni volta daccapo, le possibili origini e le cause della tua vita attuale, considerata come prodotto di accadimenti che ti scorrono nella mente in sequenza.
Come sempre.
Esercizio sterile, perchè ad un certo punto il disco si incanta e tu torni al punto di partenza, come se t’avessero gettato addosso la più cattiva delle maledizioni.
Ti rimane intorno il silenzio di sempre, quello che hai coltivato come la più rara e preziosa delle piante di serra.
Lo contempli, ormai tangibile, oltre la parete trasparente, ma sporca, dei tuoi preconcetti acquisiti.
Lo guardi e quasi te ne fai vanto, senza renderti conto di aver lavorato alacremente per costruire un fossato fra te e gli altri.
A volte, e questo lo affermo a ragion più che veduta, la mente stessa è in grado di produrre convincimenti che inevitabilmente portano a comportamenti standard.
Mediati, com’è logico che sia, dai temperamenti e dalle personalità, ma potenti nelle spinte verso scelte a volte fatali, quasi come se ci si fosse fatti aiutare da sostanze estranee.
Che adesso vi dica di extasy o altro è irrilevante.
Credo nel potere che tutti abbiamo dentro di noi: un mondo che molti non conosceranno mai.
Peccato.

 Eric Clapton – Got you on my mind

“Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti.  

Parole e partecipanti li potete trovare sul blog “Verba Ludica”, al link

14 pensieri riguardo “pensieri come soffici, silenziosi fiocchi di neve

  1. quel silenzio che ci portiamo cucito addosso come un abito su misura…dentro di noi c’è tutto un mondo, tutto da scoprire e trattenere.

    Bellissima pagina, Nico!

  2. “Troppa introspezione uccide, e su questo potreste scommetterci.” Altro dogma, ma in realtà è una affermazione vera e oserei dire quasi inconfutabile. Proprio come il fatto che questo tuo post è la prova evidente di una tua malinconia riflessiva che ti sta pervadendo e che avvolge, quasi “seduce” e lascia tutti noi rapiti.

  3. e soprattutto “il potere che abbiamo dentro di noi” che troppo spesso dimentichiamo, anche o soprattutto per avere fiducia, entusiasmo, coraggio nel vivere quotidiano così difficile, monotono, implacabile. Kreben

  4. Una società che vive sulla spinta emotiva e, al contempo, ha perduto per strada la poesia vera e ignora altri piani di comunicazione. Tornare a scorrere, ritrovare un po’ di magia. Però senza nomi e definizioni, per favore :)

  5. Introspezione pura. Messa in discussione , quasi ricacciata in fondo all’inconscio che si prende la rivincita sul tuo volerla ridimensionare. A me questo racconta il tuo post.
    Io, poi, sono dell’idea che essa non uccida, anzi. Fatta come esercizio di vita quotidiano, risulta essere il metodo migliore per non perdere il contatto con quella parte oscura del Sé che è sempre in lotta tra il non voler soffrire e il non volersi nascondere niente. Bella lotta!
    Forse se quella ostinazione diventasse tenacia….
    Bellissimo post, Nita, molto bello :)

  6. Per coltivare il silenzio la solitudine è la condizione ideale. Non c’è nulla di sbagliato se è una cosa cercata. Anzi ogni tanto fa anche bene, per sempre non lo so.
    Al3ph

  7. Si può dibattere molto su quanto può essere distruttiva o al contrario rigeneratrice l’introspezione quando viene portata ai suoi limiti quale strumenti del quale, partendo da un precetto, si confida nel controllo. Complimenti, hai tracciato una sequenza perfetta, lasciando molte chiavi per riprenderla con i nostri personali punti si vista.

    Raymond
    http://lefavoleprivate.iobloggo.com/

  8. l’avere “lavorato alacremente per costruire un fossato fra te e gli altri.” spesso, e per fortuna, non basta perchè ci sfuggono comunque parti di noi-stessi, ed è per quelle che, forse, ci stimano, per quelle piccole differenze che appunto ci differenziano dagli altri e che il mondo esterno a noi, ovvero solo alcuni che carpiscono alcune cose de tuo mondo, mentre altri ne carpiscono altre, ci apprezza ( o ci disprezza, ma questo poco conta), per quello che siamo.

  9. Lo stimolo del “gioco” proposto da Francesca ha regalato ai blogger il ritorno di Nicbellavita. Nessun racconto impostato come tale, niente versi, solo un post corposo e fluido. Serio che invita a riflettere senza moralismi di maniera: è incredibile ma sei persino migliorata.

  10. Bellissima riflessione. C’è forse un po’ di rimpianto per aver abusato un po’ troppo di quella solitaria introspezione?

  11. Coraggiosa analisi di te stessa che mi è vicinissima,l’introspezione come modus vivendi annienta e annichilisce e costruisce pure fossati tra noi e gli altri..perchè il gioco del far finta regge pochi istanti nel rapporto con gli altri e la spontaneità ,si sa,mostra il fianco che viene rapidamente ferito ,se così esposto.La tua scrittura mi piace perchè è incisiva , immediata e profonda senza bisogno di parole troppo studiate.

  12. Un abbraccio, Nita, con i miei più affettuosi auguri per un Buon Anno Nuovo.
    … è stato molto bello ritrovarti sulla mia strada virtuale. Grazie per esserci

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