Si voltò piano, con il fascio di rose bianche tra le braccia, interrogando se stessa inutilmente: nessuna provvidenziale intuizione, nessuna rassicurante certezza.
Le sistemò in un vecchio vaso sbreccato, attenta a tirar su la carta crespa rosso fuoco.
Si allontanò di pochi passi, camminando all’indietro: il povero vaso era tornato a vivere gli antichi splendori, seppur per una breve stagione.
Spense il cellulare, staccò la cornetta del telefono fisso: non avrebbe sopportato parole intruse, sbriciolate come il pane dei piccioni.
Sprofondò nella sua poltrona preferita, ripassando a memoria gli insulti e le cattiverie a buon mercato.
Si rialzò dopo poco e aprì il frigo per bere un bicchier d’acqua, con gli occhi fissi sull’anta malmessa della dispensa.
– Devo ricordarmi di chiamare il falegname- finse di pensare, e spense la luce.
Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. Parole e partecipanti li potete trovare sul blog “Verba Ludica”, al link: http://carbonaridellaparola.blogspot.it/
Breve ed affascinante, questo scritto, Nita :)
… non so, devo farmi vedere da un medico bravo: mi piace sempre tutto ciò che scrivi!!!:)
Passa per un bicchiere di vino, ti presto il camino (gesù, le rime! sono sempre disastri annunciati :) )
In te non manca mai un sapiente uso delle parole frutto di talento e anima. Ed anche in questa occasione non ti smentisci :-)))
Non c’è una sola cosa fuori posto qui, persino il rimando sul brano musicale è perfetto. Ma quello che scrivi ( e non solo qui) mi riempie di uno smarrimento complesso. Non voglio farne solo una questione di scrittura: il racconto è breve, deciso e come sempre capce di aprire scenari oltre la pagina che si legge. Lo smarrimento resta e cresce di post in post. Non sei sola Nico ma scrivi benissimo da sola e incidi sulla lettura. Ciao Nico.
non può certo fermarsi la decisione di dare opportuna prevalenza all’atto che si realizza in concomitanza a fugaci avvenimenti, sembra tutto deciso, e al contempo… forse ancora da improvvisare. Complimenti.
Raymond