Non essere riusciti a coltivare la propria solitudine come una pianta succulenta è un fallimento.
Perchè ad essa ci si era votati, e per essa si erano compiuti sacrifici senza logica (ammesso che i sacrifici ne abbiano una).
Essersi beati tronfiamente della propria autosufficienza affettiva spesso è un errore, tanto drammatico quanto imperdonabile (la madre badessa che mi abita, in buona compagnia, va blaterando di peccati mortali).
E, detto con estrema franchezza, non avere più scheletri da nascondere è ridicolo.
Ciao Nico, non dovrei dopo aver letto, ma sorrido. Quasi tutto quello che hai pubblicato in questi anni è la disamina di una sconfitta: la tua perfettamente espressa e scritta a differenza di quella di altri nascosta sotto le pieghe di abiti più eleganti. Ma non ho mai trovato buona letteratura accoppiata a serenità, soddisfazioni e condivisioni affettive. Ci hai mai fatto caso? Chissà perchè.
gli scheletri nascosti garantiscono che avrai sempre qualcosa da scrivere proprio per impedirti di mettere mano a quelli. Per questo io me li tengo cari, appunto per costringermi a inventare qualcosa e lasciarli così dormire in pace.