Io esisto.
Perchè uno spermatozoo e un ovulo ebbero il piacere di conoscersi, alcune decadi fa.
Esisto mio malgrado e, poichè esisto, cerco di estrarre i succhi meno amari dai frutti che mi stanno attorno.
Cerco di rendermi la vita accettabile senza fare del male agli altri, perchè il male degli altri è il mio male.
Non bastasse, sono una che s’arrovella, che si autopunisce, che sta tutta la notte a guardare il soffitto con la sola compagnia del paio di gatti di turno e del ticchettio della sveglia.
I rapporti fra persone mi vengono bene, ma solo se la trama non s’infittisce.
Forse un tempo ero diversa, adesso non so.
Se ho fatto del male, involontario, ho chiesto e chiedo scusa, ma non posso e non voglio essere il bersaglio di chi non sa nemmeno cosa chiedere a se stesso.
Fatico già di mio, abbiate pazienza.
let me out
Un pensiero riguardo “let me out”
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primum vivere, dicono che fosse la base degli umani, poi, leggo ancora, Aistotele ci mise il deinde philosophare (salvo errori). Succede che il filosofare è troppo spesso trasformato in forme di autoflagellazione. Della serie, siamo troppo poco umanitari, oppure ci stiamo dimenticando degli esquimesi perché al Polo si sciolgono i ghiacci, e poi… e poi…
E POI … per oggi BASTA (mi veniva un verbo molto bolognese ma è meglio di NO).
Prendiamo quel che viene, ci penseremo, una volta tanto, DOMANI!
BENITO