Oggi mi rendo conto che li ho amati, gli anni ’80. I miei anni ’80, la mia decade felice.
Con le speranze in fermento nonostante gli sgambetti di un’educazione rigida e severa, con l’idea che un futuro fosse davvero possibile.
Con l’amore che prendeva le sembianze di un progetto concreto.
Con gli eccessi, dall’abbigliamento kitsch alle pettinature coi capelli “sparati”.
Con i Police a palla nella mia stanza, e Paul Weller e Bob Geldof, e perfino Boy George, gli Spandau, i Duran Duran e una creatura che si chiamava Marilyn.
E Bowie, sempre.
Dieci anni relativamente felici fra la decade della segregazione e quella delle responsabilità a muso duro: o così o così. Nessun’altra possibilità di scelta.
Una decade incastrata fra problemi di “mala educaciòn” e problemi di trasmissione/ricezione.
Dieci anni di opportunità buttate ai porci, e di crediti concessi inutilmente.
Riapri gli occhi, guardi lo specchio e ti accorgi che sei “passato” anche tu.
WOOOOOOOOOWWWWWWWWWWWWWWW, nico, ma che bel post hai sfornato … caldo e croccante per noi !
Grassieeee ! :***
Prego :)
MA FIGURETE, @NICOLETTA, CO’ QUER BBER PARO DE GAMBE CHE T’ ARITROVI E CHE CE METTI IM MOSTRA A LATERE, MINIMO E’ OSANNATTE !!! :***
Non sono le mie!!
None … nun so’ le tue ???
Beh … io so’ convinto che le tue so’ ppjù bbelle : er fjuto nun me inganna mai ! ^_^