Siamo entrati in una delle raffigurazioni dei tempi cambiati, un multisala.
Stesso numero, posti vicini.
Eppure abbiamo visto film diversi.
E ognuno continua a raccontare la sua trama, quella che ha inteso, o capito di intendere.
Forse nella ciotola dei nachos c’erano funghi strani.
Il pensiero devia per un attimo e si riavvolge, pellicola amorevolmente obsoleta, e il proiettore rimanda l’immagine dei vecchi cinema di città, quelli con le poltrone di velluto frusto e la tappezzeria a fasce verticali ormai stinte.
Cinema destinati all’essai, alle coppie brizzolate e occhialute della domenica sera, figli altrove e qualcosa di cui parlare.
Calda sensazione di déjà vu in realtà poco vissuto: poco e male;
perché non si può andare dritti al centro nevralgico di ogni sentimento o sensazione che continuano a riproporsi travestiti da simboli onirici.
Quando la misura è colma si deve (odio il verbo dovere) dire basta, e andare a capo, laddove il capo può essere il risveglio in un altro letto, l’Arno che si muove sotto Ponte Vecchio, un buco di casa nel verde in Valle d’Itria.
Un’altra persona nei cui occhi puntare lo sguardo, certi di dire addio, o almeno arrivederci, alle mortificazioni, ai consigli fuori luogo, alla fiducia mal riposta.
Il male offerto si nutre di male ricevuto, e non c’è scampo, in nessun modo.
Quindi, baby, tornando al multisala con le luci imbarazzanti e assodato che abbiamo assistito a proiezioni diverse, ci salutiamo all’uscita o giochiamo a Kill Bill?
Massive Attack ft. Hope Sandoval – The Spoils
Sei crudele e cinica. Sei sincera ed io non entro in un multisala da un paio di anni. Però non avevo riflettuto alla cosa come hai fatto tu: è difficile evitare di avvitarsi su stessi, non concupire i nostri errori storici, più facile desiderare un film e un cinema e basta. Il fatto è che ci vado da solo.
Tornerò presto ad andarci sola anch’io, Enzo. Come ho fatto per anni.
E, ti dirò, non mi dispiace nemmeno, così posso immergermi nella proiezione senza che qualcuno mi cianci accanto.
:(