Può nuocere gravemente alla salute

Oggi guardavo in tv la tosata delle pecore, cioè il taglio del ciuffo dei nostri onorevoli al setaccio.
“Io sono pulito, eh?”, sembravano dire i loro sorrisi un po’ impacciati, un po’ tronfi.
Va bene, e con i calvi come avranno fatto?  Saranno serviti  i peli pubici e/o ascellari?
Ho provato un attimo di pena intensa per questi clown strapagati e ammiccanti.
“Io sono pulito, eh?”.
Ma puliti in che senso?
E  lo spot della Lancia Musa, quello con Audrey Hepburn che mangia la pizza per strada e poi accartoccia tutto e butta via? All’inizio pensavo  fosse Carlà camuffata, invece i pubblicitari ne sanno sicuramente una più del diavolo. Una donna-donna, l’icona del fascino etereo ed elegante, mangia per strada, beve e getta le carte in un cestino. Vestita rigorosamente da sera, però, con un’auto di moda che l’aspetta.
Tutto sommato non è male: coniuga strategia di comunicazione, marketing e garbata ironia.
Diverso è il caso delle ormai famigerate “sorelle d’Italia”, quelle delle calze.
In sè lo spot è gradevole, grazie alle immagini patinate e dai colori pastello, e all’inno declinato al femminile da una bella voce che a me è sembrata quella di Giorgia.
Però, caspita, le sorelle d’Italia non sono tutte alte, belle e sportive.
Le sorelle d’Italia hanno il culo largo, abbracciano bimbi con le candeline di muco al naso, prendono l’autobus trafelate  oppure cercano di mettere in moto la loro utilitaria attempata e sverniciata sui fianchi.
Le sorelle d’Italia non salgono sulle moto perchè hanno paura, o perchè non ci sono bei centauri che le vadano a prelevare sotto casa.
Vanno al lavoro ogni mattina, oppure ogni mattina pensano che vorrebbero lavorare. Hanno mariti perfidi e amanti peggiori. Soffrono di diverticolite, hanno le vene varicose e il mutuo da pagare.

Pausa.
I pensieri mi ballano la rumba in testa.
Saluto e vado via.
Sono a casa.
L’unno ha fame.
Preparo la cena.
Fotocopio dei documenti e torno ad accendere la tv.
Se la spigola è spigola al sud e branzino al nord, al centro la indicano con un cenno del dito o la disegnano su un foglio?
Anna Stepanovna Politkovskaja aveva la mia età: non abbiamo tutte le stesse capacità, lo stesso luogo di appartenenza e lo stesso destino.
Si nasce tutti più o meno in un modo, poi la via maestra inizia a biforcarsi in strade che a loro volta si biforcano in viuzze che si biforcheranno fino a…spiccare il volo dall’inferno alla bellezza, o dalla bellezza all’inferno?