Minoli mi guarda ed io guardo lui: spero che i suoi occhi cerulei mi ispirino sogni sereni, visto che lo xanax sta diventando acqua fresca, e di aumentare il dosaggio non mi va.
Stamattina sognavo, sudaticcia, nel mio letto troppo grande, occupato per metà dal portatile, dal cellulare disperatamente muto e dal libro che sto leggendo a tozzi e bocconi.
Mio figlio esce di casa prima delle sette ed io, se posso e se ci riesco, cerco di recuperare qualche minuto di sonno in più.
Sono arruffata come un gatto mentre scendo dal letto scalza: ho sentito suonare al portone.
Lui sale e mi abbraccia: mi piace che due braccia di uomo mi stringano. Due braccia di un uomo che mi vuole bene.
Ha portato dei krapfen per la colazione: mangiamo insieme, uno di fronte all’altra. Mentre smanetto con la caffettiera mi accorgo che all’anulare sinistro ha un orpello mai notato prima.
– Ti sei sposatooooo???
– Sì.
– Occazzo. E quando?
– Quasi un anno fa.
– Balle. La fede non l’avevo notata prima.
– Perchè non te ne sei accorta.
Non insisto. Sinceramente non ne sono convinta, ma che importanza ha? Lui è un uomo al quale voglio bene, lui è un uomo che ne vuole a me.
Anni fa, mentre attraversavo una crisi epocale con il protagonista dell’ottanta per cento dei miei post, ebbi un breve flirt con lui. Poi venne fuori la storia della sua convivenza ed io mi dissi, e gli dissi, che tre anni di psicoterapia mi avevano almeno insegnato cosa fosse la coazione a ripetere.
Quindi le cose cambiarono repentinamente. Pian piano riuscimmo a recuperare una buona amicizia, ma questo è possibile, di solito, quando non si è raggiunto un grado di coinvolgimento molto profondo.
Con A. posso scherzare, abbracciarlo, sfotterlo e farmi sfottere.
L’altro…è andato, e la sola idea di parlargli, adesso che è diventato una persona diametralmente opposta a quella di cui mi ero innamorata follemente, mi fa paura. D’altronde panta rei, no?
Ce ne ha messo, lui, per convincermi a eclissarmi.
E’ stato anche indifferente e privo di tatto, lui che era una perla in terra. Ed io mi sono eclissata, ingoiando lacrime di un amaro che lui non saprà mai.
Mentre l’amico ed io ce ne stiamo a chiacchierare sul divano sento puzza di bruciato. Guardo verso la mia stanza e vedo una voluta di fumo sul letto. Il portatile si è surriscaldato e ha bruciato il piumone, lasciando al centro del talamo un buco irregolare e annerito.
Mi avvicino al comodino per staccare la spina quando, all’improvviso, una fiammata mi avviluppa e incomincia a sciogliemi piano, come fossi di cera.
L’amico mi guarda, ma oramai sembra una statua. Cerco di raggiungere il bagno per spegnermi, e lui è svanito.
Poi dev’essere svanito anche il sogno, se mi ritrovo seduta nel letto con il cuore a mille e la fronte imperlata di sudore.
Mi alzo per andare a bere un bicchiere d’acqua e noto sul tavolo il vassoietto dei krapfen. E sento ancora il suo profumo nell’aria.
Spesso la realtà è solo un sogno che crediamo vero, e che viviamo intensamente, con tutta la nostra passione.
Talvolta è il sogno che è realtà. Di rado, e qualcuno mi dimostri che è vero o che non lo è, entrambe le dimensioni viaggiano su binari paralleli che, però, si incontrano, sfidando le leggi della geometria e quelle del cuore.