Mio caro,
a volte ci si imbatte in qualcuno che non ci colpisce subito, ma al quale vogliamo dare un’opportunità perchè sentiamo che la merita.
Non mi hai deluso, non tu. E non so se sia dipeso dalle tue indiscutibili qualità, oppure dal periodo in cui ci siamo incontrati: un momento per me carico di forte emotività tenuta a bada in un angolino.
Hai saputo starmi accanto come non mi accadeva da anni, facendomi sentire rassicurata, protetta.
Non mi hai deluso, non tu. E non so se sia dipeso dalle tue indiscutibili qualità, oppure dal periodo in cui ci siamo incontrati: un momento per me carico di forte emotività tenuta a bada in un angolino.
Hai saputo starmi accanto come non mi accadeva da anni, facendomi sentire rassicurata, protetta.
Al tempo stesso mi hai fatto comprendere con naturalezza, tu che sei sempre stato saggio e lungimirante come pochi, che l’essere umano sta lavorando alacremente per distuggere se stesso con le proprie mani.
Mi hai fatto amare, o compatire, le persone di cui hai saputo dirmi con spontaneità e dovizia di particolari, tu che conosci la vita.
A volte mi è successo di trascurarti, ma non è stato per cattiveria: sai come sono presa, in questo periodo. Ma hai saputo comprendere, avere pazienza, aspettare i miei tempi.
E mi sei stato accanto mentre attendevo che mio padre terminasse la terapia, all’ospedale. E, ancora, sei stato con me quando accompagnavo mia madre a fare le sue, di terapie.
Pacato, delicato ma sempre elegante nell’esposizione. Discreto.
Tenendomi per mano mi hai parlato della china imboccata, e dei rischi che stiamo correndo senza rendercene conto.
Considerata la tua età hai saputo vedere lontano. Magari a volte ti ho trovato eccessivamente fantasioso, ma il tuo entusiasmo per la vità è droga, o soma, se preferisci.
Adesso che sei via mi manchi. So che tornerai presto: che mi basterebbe chiamarti per averti ancora accanto a me. E per darti quella ripassata che meriti, e meriterai sempre.
Mi hai fatto amare, o compatire, le persone di cui hai saputo dirmi con spontaneità e dovizia di particolari, tu che conosci la vita.
A volte mi è successo di trascurarti, ma non è stato per cattiveria: sai come sono presa, in questo periodo. Ma hai saputo comprendere, avere pazienza, aspettare i miei tempi.
E mi sei stato accanto mentre attendevo che mio padre terminasse la terapia, all’ospedale. E, ancora, sei stato con me quando accompagnavo mia madre a fare le sue, di terapie.
Pacato, delicato ma sempre elegante nell’esposizione. Discreto.
Tenendomi per mano mi hai parlato della china imboccata, e dei rischi che stiamo correndo senza rendercene conto.
Considerata la tua età hai saputo vedere lontano. Magari a volte ti ho trovato eccessivamente fantasioso, ma il tuo entusiasmo per la vità è droga, o soma, se preferisci.
Adesso che sei via mi manchi. So che tornerai presto: che mi basterebbe chiamarti per averti ancora accanto a me. E per darti quella ripassata che meriti, e meriterai sempre.
Magari non è contemplato dalle regole, ma adesso vi tocca fare un salto qui.