Semplicemente…esisto.
A volte la sensazione è tanto netta quanto incredibile.
Esistere mentre si pensa, si soffre, si continua a mantenere attiva la macchina perversa dei ricordi.
Eppure esistere a “mezza pensione” è non esistere. Non completamente, pienamente, intensamente come si vorrebbe.
E’ solo sopravvivere: nè più, nè meno.
Nuotare in superficie, annaspando ma non sempre, tanto da nutrire l’illusione di esserci in maniera diversa: con una grattatina al naso atteggiato all’assunzione di un’aria vagamente snob.
C’è una vita: quella che ti capita, e che impari presto a cucire sulle tue aspirazioni.
Ci sono le tue aspirazioni: frutta secca sotto il sole di un mercato mediorientale.
Ci sono, o c’erano?
Loro, i fantasmi del passato, sfilano via come pallide maschere di un annacquato carnevale di provincia.
Passa un impensabile, pescato per caso.
Oggi distinto e canuto signore mollemente adagiato su una poltrona di rattan, con lo sfondo del suo mare ai confini del mondo.
Sembrava essermi stato “destinato” dal cielo: e invece barava.
Insieme agli altri sfila via anche lui, il ragazzo: col suo fardello di cattiveria incosciente, e di voglia di crescere.
Adieu.
E’ rimasto solo chi ha mischiato il suo sangue col mio.
Ebbene, cari i miei spettri: non avete avuto ragione di me.
Io scomparirò solo per autodistruzione.
C’era una volta
2 pensieri riguardo “C’era una volta”
I commenti sono chiusi.
epico e struggente, vacci piano con il gladio, ciao
Al momento il gladio è ciò che mi interessa di più, Impo.