Normalità: parolona.
Su cosa sia, o possa essere, potremmo consumare fiumi di inchiostro e corde vocali: non ci troveremmo mai d’accordo.
Io la mia piccola teoria ce l’ho, e me la tengo.
Escludendo quelle che, con giusta ragione, vengono definite patologie molto serie, ipotizzo che molti di noi abbiano le loro zone d’ombra, più o meno vaste.
C’è la paranoica mimetizzata dietro un’aplomb inscalfibile, l’ansiosa con gli occhi che si spostano veloci dal cellulare all’orologio, il depresso che si trascina non noncuranza semplicemente ostentata, giusto perchè gli altri non si rendano conto che ogni passo, ogni sforzo è fatica immane.
C’è un’umanità variegatà, là fuori, una schiera di donne e uomini che cammina, mangia, beve e si convince di essere in grado di amare solo per aggrapparsi ad un’illusione.
E si alza ogni mattina, va al lavoro, fa la spesa, accompagna i figli a scuola, racconta a se stessa tante belle storie edificanti: bugie bianche che leniscono il bruciore dell’anima inchiodata alla graticola della Consapevolezza.
Che, un bel giorno, qualcuno decida di non starci più è normale, perfino logico.
Non siamo macchine senza sentimenti: solo poveri orfani della parte sana di noi: quella persa per sempre.
a settemezzo c’ho la matta
9 pensieri riguardo “a settemezzo c’ho la matta”
I commenti sono chiusi.
Vuoi deciderti a scrivere qualcosa….fammi sapere quando ti ci metti seriamente . Leggerti mi piace moltissimo, sei troppo brava per non provarci!!!
http://www.antoniodellisantieditore.it/
troppo buoni.
Mara ha perfettamente ragione! Guardati atttorno Nico: sui blog e i media in genere, e poi sul cartaceo. pensi veramente di essere non all’altezza? Ma per favore.
Enzo, dappertutto c’è una pletora di scrittori e poeti.
Chi sono io, dopotutto?
Tu sei Nicoletta R. Stai sui blog da circa 7 anni, che in questo ambiente è una vita. Hai riempito migliaia di pagine virtuali e un buon numero di blog con la tua analisi esistenziale che di virtuale ha ben poco. Chissenefrega del numero di scrittori e poeti? Ho letto con grande attenzione in questi anni, lo sai, ho letto di tutto e ovunque, non credo di essere una persona superficiale o ignorante, ho sempre avuto con te un rapporto “pulito”, no ci sono mai stati secondi o terzi fini nei nostri colloqui. Tu scrivi bene! Scrivi di vita ed emozioni vitali, sai arrivare al dunque con un poetico cinismo che libera la mente da pastoie fintamente morali.Sai liberare chi legge. Nicoletta sei così…e dovrò tagliare e incollare da me questo commento per metterlo tra i post dedicati ( due piccioni con una fava). Sallutiamo.
Stasera son completamente fusa, Nico… incapace di articolare un pensiero che abbia senso… Condivido pienamente quel che ha scritto Enzorasi, ma tornerò quando sarò un po’ più lucida a dire come la penso (il lavoro mi sta uccidendo… :))
Dimenticavo, ho messo il tuo blog tra i preferiti, per ora :) poi ti riacchiappo :*
Ti scrivo qui quel che ti ho scritto anche da me :)
Quando mi son decisa ad aprire questo blog, lo spiegavo in un post predente, l’ho fatto dopo aver girovagato per varie piattaforme, con uno stato d’animo, sempre lo stesso, fatto di delusione e aspettative non rispettate. Finché non ho capito che dovevo “guarire dalla splinderite”, ovvero quella sensazione (e non solo sensazione) di essere seguita, capita, corrisposta. Ho capito che non potevano riproporsi le stesse condizioni virtual-ambientali di Splinder, non solo perché non esisteva più splinder, quindi una comunità che si era “polverizzata”, quanto perché erano intervenuti alcuni fattori esterni che avevano cambiato proprio il modo di fare blog, tipo la migrazone verso FB e, più recentemente, twitter.
Quando ho aperto qui avevo fatto tutte queste riflessioni, quindi, anche se non ricevevo commenti a un post, pur rimanendoci malino, non mi lasciavo demoralizzare e ho continuato fino a oggi :)
Il tuo, Nico, era un giardino bellissimo, ricchissimo di calore umano, di scrittura creativa e profonda, di spunti sapienti, di humor , di deliziosa bellezza. E tuttora lo è, basta guardare a questi tuoi scritti.
Tu sei sempre la stessa (anche se forse pensi che non sia propriamente così)… che pur nella trasformazione, inevitabile, che attraversiamo come esseri umani ha tantissimo da dire (e si vede, non dire di no!)… quindi quel giardino, che ora vedi deserto, devi farlo tornare a vivere affinché possa tornare ad essere il giardino delle tue proprie qualità personali. Una azione che rende più vivi, che aiuta a rimettersi in gioco al fine di mettere a frutto, quelle conoscenze ed abilità che tu indubbiamente possiedi :)
Nico, dammi la mano non lasciarti scoraggiare dalla mancanza dell’altrui attenzione, (ri)facciamo del tuo giardino un angolo di bellezza :)… ve ne è bisogno davvero.
Un abbraccio
F