Parlo a te che non ascolterai, a te che sei stato di passaggio in un sogno. Parlo, ma parlo dentro, e nessuno sentirà il suono della mia voce nello spazio circoscritto delle mura che adesso mi stanno guardando, condiscendenti.
La verità è che siamo abituati male.
Ci facciamo convincere della possibilità che qualcosa di magico possa capitare anche a noi.
All’inizio siamo recalcitranti, poi dubbiosi, poi…
Invece la vita è una serie di sequenze che vanno stratificandosi una sull’altra: come le creme in una torta complicata, buona e indigesta insieme.
Mastichiamo delusioni, dolore e rabbia.
Mastichiamo amaro e ci diciamo che, dal momento che vivere ci tocca, tanto vale farlo con casco e corazza.
Così, mentre siamo “molto seriamente” impegnati a fortificare il nostro perimetro, accade l’imprevisto.
Tu sei stato l’imprevisto che sfiora e scompare per poi ricomparire porgendo, grazioso omaggio, un pacchetto di ottime intenzioni: fifty fifty tra buona fede ed incoscienza.
Totale.
Sapevo, allora, che a rimetterci sarei stata soprattutto io, e così è stato.
Vedi? La lungimiranza la dice lunga, e la dice tutta.
E’ stato un sogno, ed è stato durissimo svegliarsi, ma forse ne è valsa la pena: ogni esperienza ci arricchisce, presentando noi a noi in una veste e in una luce che mai avremmo solo lontanamente potuto immaginare.
Noi.
Esseri umani straordinari nella grandezza e nella miseria di chi ha stretto i pugni pieni di sabbia contro il sole.
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Some years later.
Ho ripreso a respirare, e a volte respiro anche bene.
Mangio, bevo, vivo e ricordo, e il ricordo è solo attività necessaria allo stoccaggio del passato.
Adempio ai miei compiti con buona volontà e senso del dovere: qualità che non mi sono mancate MAI.
Acquisisco giorno dopo giorno la lista delle mie priorità, e mi adeguo.
Sono un po’ donna e un po’ marziana, ma questa è storia nota.
Son partita pensando a te, ma mi sono accorta di aver parlato a quella parte di me che ancora, di tanto in tanto, fa sentire la sua vocina in sottofondo.
Mica perché sei stato fondamentale, sai?
Fondamentale è veder nascere, o veder morire.
Il resto, tutto il resto, è passatempo e contorno.
E’ che spesso mi prende la smania di pulire e relativizzare tutto, mentre me ne sto con il mento appoggiato alle nuvole.
Speravo in un finale diverso… invece somiglia maledettamente al mio.
Non ci sono mai due storie uguali… ma storie che si somigliano, sì.
I finali, però, coincidono quasi sempre. :)
Per fortuna abbiamo risorse che nemmeno avremmo immaginato mai.
Nicoletta poco tempo fa mi hai scritto lapidariamente che ti eri rinsecchita! io mi sono passato il tempo sfogliando i TUOI annali precedenti: incredibili! Rinsecchita, svuotata, stufa può essere ma io ti ricordo sempre con una passione intellettuale sempre uguale. Ti comunico di questo blog per lo stesso motivo.
Enzo rasi
No, Neit, il problema non sta nel credere o non credere che le cose possano accadere ma nel totalizzarle, nel renderle unicità.
Enzo, strano ma vero, non sono più quella che ero. Oppure ho deciso di non volerlo più. Fino ad un certo punto, perchè sento odore di inversione di tendenza.
Salutiamo, e presto passiamo a salutare.
Meim, spiega alla tua amica impietrita come si fa, perchè lei dev’essere diventata un po’ dura di comprendonio.