In ritardo, se colpevole o innocente non è dato sapere.
Sono in ritardo e mi affanno dentro, disposta ad arrampicarmi sui telai di scuse che intesso ogni giorno per proteggermi dagli Altri.
Cerco di stabilire quale possa essere la giusta distanza fra loro e me: quella che faccia sentire tutti al sicuro, in un piccolo posto fiabesco connotato da chiarezza, ordine, pulizia.
Se ci penso bene ho scavato fossati molto a lungo, e ho affilato lame come un arrotino folle, pur sapendo che non le avrei usate mai.
Decidere di fare un passo avanti, o due o tre, è già qualcosa, un inizio, una speranza.
Speranza è una parola con un significato che pesa come piombo.
Fatico a pronunciarla così come fatico a dire CocaCola senza inciampare nella mia piccola, sempiterna balbuzie mentale.
Non me lo spiego ma l’ho accettato e, magari, ordino altro.
Una birra, un succo di frutta con gin, una neve di latte corretta.
“Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti.
Yeah :)
Ordinane due di neve di latte corrette che ti raggiungo. Molto corrette, please…
Nita!! :) In ritardo ma con splendore, direi!!!
Bello.Sono contento che tu partecipi di nuovo al gioco :-)))
Meno male che giustamente non ci sono premi o classifiche in questo gioco. Saresti troppo spesso on the top.
Certe correzioni sono fondamentali, Ederlezi. :)
Francesca, Daniele, Enzo: siete troppo buoni. Troppo troppo. :**