A volte le croci da portare sulle spalle sono di gran lunga più pesanti di quanto le suddette potrebbero reggere.
Eppur si va avanti, magari cercando di scovare piccoli motivi di gioia, anche microscopici, con la pazienza, la tenacia e l’abilità di un rabdomante.
Eppur si va avanti, eppur ci si sbaglia perché le lanterne sanno travestirsi da lucciole magnificamente, nel loro eterno carnevale.
Difendersi è possibile, ma comporta uno stravolgimento del proprio modo d’essere.
A volte ci si ritira in una sorta di eremo virtuale dal quale si osserva il mondo circostante con la curiosità di un entomologo, ma il senso di sconfitta è sempre lì, ad aleggiare intorno come un corvo.
Tutta la mia stima, e l’ammirazione, a chi volta le spalle a tutto e se ne va.
In un modo o nell’altro: dopotutto quel che conta è il risultato.
e poi c’è chi si spalma sulla pelle olio e catrame, imbacucca la testa, occhialoni da saldatore e va, alla faccia di questo e di quello, con l’accetta alla cintura tanto per abbattere qua e là qualche alberello rinsecchito così da sembrare forte e generoso per facilitare il passo a chi vien dopo. Poi si ritira nella sua tana, accende TV o PC e cerca di capire come vivrebbe da NORMALE.
Ecco vedi? Dovevo scrivere questo testo sul frontespizio del mio ultimo e definitivo eremo ma mi hai preceduto. Mi arriveranno messagi col piccione? Salutiamo e giuro che stavolta non mi sposto più!
Eppur si va avanti…
Buona Pasqua.