Forse a volte avremmo dovuto ascoltare, giovani e ribelli.
Come quando, una vita fa, fui gentilmente spinta contro il muro esterno della casa al mare, che era a buccia di arancia e mi punse appena le spalle.
Magari avessi ascoltato le parole di quel signore che mi voleva bene, e che per il mio bene parlava di realizzazione personale prima di tutto, perché “in futuro non si sa mai”.
Siamo così stupidamente lontani dal pensiero che la nostra vita possa capovolgersi, da un momento all’altro.
Così, invece che ringraziare, mi sentii quasi attaccata e piantai un muso da formichiere.
Negli anni le ho percorse, alcune strade, ma erano impervie, impraticabili, senza uscita.
E a tornare indietro ogni volta ci si stanca.
“Quale sarebbe stata la frase giusta”?
“Che cosa avrei dovuto rispondere, a quel colloquio, invece di mettermi a parlare di argomenti che non avevano senso?”
“Perché mi sono sempre legata a persone che, in un modo o in un altro, mi hanno fatto male, o voltato le spalle?”
Il problema è sepolto nell’inconscio, molto probabilmente in quel passato che spesso passo ossessivamente al setaccio, ma che riesco a riportare alla memoria a stralci e stracci non sempre connessi fra di loro.
Ho capito finalmente che per adesso, prigioniera di catene invisibili ma reali, non potrò uscirne.
Un giorno, non so quando, prenderò le mie cose e me ne andrò lontano, in un Paese dal clima mite tutto l’anno, che consenta anche alle mie bestiole di vivere bene, magari in bel giardinetto recintato.
Da un po’ di anni sto avvertendo una forte attrazione per il Nord Europa: quello che mio figlio ha sempre amato e nel quale sta progettando di andare a vivere e lavorare, quando avrà finito gli studi universitari.
Io devo e voglio fare i conti con le mie difficoltà personali, che saranno compagne sempre più assidue.
E adeguarmi.
Con uno sguardo al mio ragazzo intraprendente ed uno a ciò che vorrò fare di me, almeno verso la fine del “cammino di mia vita”.
E quelle punture sulle spalle saranno il contenitore dei rimpianti che avrò sepolto da qualche parte.
Alice in Chains – Down in a Hole
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