Stanotte, fra anti e vigilia, ho sentito improvvisamente un afflato di amore verso me stessa.
Da quanto non succedeva?
Soprattutto, era mai successo davvero?
Sono indubbiamente maestra nell’arte dell’introspezione. Passo al setaccio i comportamenti miei, in primis, e poi quelli della gente con la quale mi rapporto abitualmente, o di rado.
Ho sempre pensato che se non fossi stata così dura verso me stessa mi sarei potuta concedere dei piccoli regalini extra, visto che non posso che farmene da sola.
Ne pomeriggio, durante un allucinante giro in un centro commerciale (il 23 dicembre, vi rendete conto?), mi sono inchiodata davanti a una delle vetrine di un ormai arcinoto negozio monomarca spagnolo.
Belle borse sobrie, diverse da quelle ipercolorate che contraddistinguono il marchio, e poi tanti abitini eleganti e di buon gusto: quasi sicuramente un invito agli acquisti per il capodanno imminente.
Mi sono immaginata insaccata in uno di quei vestitini per bamboline, conscia di essere tendenzialmente portata ad affrontare le situazioni eleganti con tubini neri e spartani, allietati solo da un gioiello particolare, o da un dettaglio in tema.
Vestita con jeans scoloriti, maglioncino oversize, pashmina e cappottino smilzo, ho riconfermato l’opinione che ho del mio look.
Estremamente sobrio in circostanze più importanti; allegramente sciamannato quando me ne vado in giro per i fatti miei, o conto terzi.
Mai avuto pretese “brillerecce”.
Mi piaccio secca, concisa, senza fronzoli.
Un maschio mancato, forse.
Ecco, ho divagato, perdendomi nei sentieri impervi del mio pensare abituale.
In realtà, davanti a due tubini graziosi e molto femminili, ho provato a immaginare come sarebbe stato, se avessi avuto un uomo vero accanto a me.
Un uomo attento e innamorato, per capirci.
Un essere che, se ti fa dei complimenti, è perché ne è convinto sul serio, non avendo la necessità di esibirsi in numeri mirabolanti, o di recitare copioni degni di un attore consumato.
Non avendo avuto il dono di tanta grazia, ho sorvolato dicendomi che gli abitini bamboleggianti non mi donano affatto, essendo, io, un ibrido che sa coniugare perfettamente decisionismo spinto e femminilità, seppur sui generis.
Quindi ben venga il mio look un po’ trasandato, ma con stile.
Gli abiti possono fare i monaci, ma l’essenza è per pochi.
Criterio, questo, esclusivo e un po’ settario, mi rendo conto, ma non ho la minima intenzione di snaturarmi, ancora e ancora, a beneficio del questuante di turno.
D’altronde sono donna, e sto imparando a nuotare fra gli squali.
Coro dei ragazzi: va bene, ma a noi che importa?
Niente, ma non rompete. Almeno voi.
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