
Capita, a volte spesso e a volte no, di avere la testa letteralmente intasata da pensieri di vario tipo: generalmente preoccupazioni, dubbi, rammarichi.
Oggi decido di anticipare la mia uscita pomeridiana: ne approfitto perché gli uffici comunali sono aperti nel pomeriggio, e devo far protocollare la mia richiesta per poter ricevere il riconoscimento di responsabile di colonia felina.
Quando, mese dopo mese, maturava la mia decisione di trasferirmi definitivamente al mare, non avevo fatto i conti con i tantissimi gatti randagi che popolano il posto; e, soprattutto, con il mio spirito molto accogliente.
Passare da nove a venti e passa è un gioco, se non ti precipiti a far sterilizzare i tuoi amati virgulti.
Ed io ho fatto tutto a mie spese, per il loro bene e per evitare di ritrovarmi cento gatti in giardino/casa nel giro di poco.
Sterilizzate quasi tutte le figlie (e i figli) di una randagia trovata un anno prima di trasferirmi, mi sono resa conto che due randagie locali avevano pensato bene di portare qui i loro piccoli partoriti da poco. Una, addirittura, li ha messi al mondo in terrazza, in una cesta, il 2 di giugno. Cinque angioletti in tutto, ma due nati morti. I tre superstiti sono stati adottati, ma a ottobre un’altra randagia, ormai di casa, mi porta due batuffoli di qualche giorno. Anche loro, adesso, sono in stato di adozione, ma si deve esser certi che chi si assume la responsabilità di occuparsene lo faccia con un grande senso di responsabilità.Perchè, come non ci stancheremo mai di dire, gli animali non sono peluche.
O, nel caso dei felini, cacciatori di topi e lucertole e basta.
Sono entrata in municipio dove solerti impiegate mi hanno rilevato la temperatura corporea.
Passato il primo step mi dirigo verso l’ufficio protocolli, dove un impiegato piuttosto confuso contesta il mio sacrosanto modulo, ma poi lo prende, pieno di perplessità.
Ed io mi dirigo verso casa di mia madre con la consapevolezza che non se ne farà nulla, e che il responsabile di colonia felina puoi farlo solo altrove.
Con tutto ciò che questa consapevolezza comporta.
Mentre scrivo, piuttosto scoraggiata per tanti motivi, la tv in sottofondo mi riporta voci concitate, proteste contro le misure anti covid, dichiarazioni forti di imprenditori quasi sul lastrico.
Che dire?
Ci sono momenti, nella vita, in cui le coordinate base vanno a farsi benedire.
Tutto sembra minaccioso, e forse lo è.
Non sono un’inguaribile ottimista, ma il mio ancoraggio alla realtà non deve essere penalizzato da giudizi affrettati e superficiali.
Non vedo un orizzonte nitido, sgombro da nuvole e minacce, ma decido di restarmene al mio posto, tenendo il senso di responsabilità accanto, come un gattino affettuoso e fedele.

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