Lo conosco, quel verso d’uomo rassegnato, quel voler riassumere in un suono gutturale “sì, mia cara, è così e non ci si può far niente”.
Lo conosco e non mi piace: è resa, abdicazione, abbandono.
Piuttosto che assimilarne il senso preferisco non ascoltare, evitare, provare a darmi alla macchia.
Cacofonia allo stato puro: un suono sgradevole e volgare, per certi versi.
Non che sia cresciuta adorando il mito di colui che “non deve chiedere mai”.
Anzi.
Trovo che una certa dose di fragilità, lacrime incluse, renda gli uomini addirittura più attraenti, laddove la fragilità fa parte di un approccio empatico alla vita.
L’atteggiamento rinunciatario di chi emette quel suono gutturale non ha nulla di positivo, non promette comprensione perchè non ne contempla.
– Sì, è così ed io non ci voglio far niente.
Parlare e confrontarsi serve solo fino ad un certo punto, al di là del quale le parole sono solo sbuffi di vapore in una gelida serata.
Non sto qui a tessere lodi acritiche per le donne: siamo tutti fallibili, quasi tutti potenzialmente vigliacchi.
Forse noi abbiamo imparato meglio, assimilandola, l’arte della mediazione, del confronto costruttivo, del voler salvare il salvabile finchè si può.
Forse abbiamo ereditato, e questo non è positivo, l’attitudine al sacrificio per il bene altrui, a qualunque costo.
Un po’ di sanissimo egoismo è la prima regola dello stare in pace con se stessi, e questo gli uomini l’hanno imparato subito, e molto bene.
Salvo eccezioni, chè quelle non andrebbero mai omesse.
Tuttavia ogni volta che sento o ascolto quel suono gutturale mi si accappona la pelle.
Lo immagino associato ad un’alzata sincrona delle spalle (con incassamento simultaneo del collo), e mi prende un’insopprimibile voglia di allontanarmi.
Anche per lunghissimo tempo.
e allora mambo
9 pensieri riguardo “e allora mambo”
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magari io sarò l’eccezione. tuttavia … “la felicità che non si può cambiare
che batte nella testa e non ti fa soffrire ” sarebbe auspicabile per tutti. felicità senza sofferenza. Per ora? … mambo
E se per non soffrire passassimo al rock? Magari cambiare “musica” aiuta…. :-)
Nico comincia a pensare al tango. se no Perla si arrabbia. mi sa che stai ancora scappando. ti giri indietro è naturale e perciò scrivi filo che non taglia .ma l’analisi della situazione è acuta. le donne, in confidenza in queste cose sono due punti a uno rispetto ai maschi . salvo i due di sopra che con ragione per non soffrire se la danno al rock e al mambo
Preferisco vivere. …
…. ci fanno paura certi gesti che sentiamo con “peso” sulla nostra pelle. che sentiamo “nostri”
Magari, Bardaneri.
Purtroppo pare utopia.
Dani, sai che il rock è “la colonna sonora della mia vita. ;)
Nheit, è tanto che me la do al rock anch’io, ma hai ragione: devo iniziare a pensare al tango, sebbene ultimamente il neurone boccheggi. :)
Vergingetorige: anch’io.
Sì, Francesca, e non ti nascondo che anch’io, spesso, ho fatto lo struzzo….no, non tanto spesso, a dire il vero.
Il rock rimane ancora la musica più viva in circolazione, e il mambo lo lasciamo alle scuole di ballo, mentre il tango ai racconti.
Ciao.
Giusto, ergo devo mettermi all’opera, chè per il ballo son veramente negata.
Ciao Francesco.
magari MAMBO ITALIANO, quello di Carosone, mi divertiva molto ascoltarlo e in qualche modo cantarlo (male) mentre gli altri ballavano. Anche loro però sembravano quasi orsi come me. https://www.youtube.com/watch?v=CSqPV6i5pHM
Un saluto. Kreben