Alla fine, dopo anni di parole, è come girare intorno a se stessi.
Non c’è aspetto, di noi, che non sia stato offerto volutamente in pasto: agli amici, quale dono sincero e spontaneo, e agli avventori occasionali, incuriositi o distratti.
Io mi capisco bene, ormai, dopo anni di convivenza conflittuale con la piccola folla eterogenea che vive dentro di me.
Mi conosco e mi stimo per la lealtà e la buona fede che ho sempre profuso in quantitativi considerevoli.
Sto imparando perfino a volermi bene senza che ciò passi, necessariamente, per la feroce autoironia della quale mi sono fatta oggetto spesso, facendo sorridere benevolmente gli amici e sghignazzare coloro che si professavano tali.
Sono sempre pronta a mettermi in discussione, perchè la presunzione non abita da queste parti.
Spesso sono antipatica, ma mi pento dopo dieci minuti e vorrei chiedere scusa al mondo.
Ho appreso che la bontà, agli occhi dei malevoli, è dabbenaggine, e che la riservatezza passa per stranezza comportamentale.
C’è che io non sgomito per farmi notare, non spingo quando sono in fila, non amo l’arte furbetta dell’arrangiarsi a discapito degli altri.
Non vi sembri, questa, un’autocelebrazione.
A volte mi domando se sono nel giusto, e ci vedo bene, o se sono nata su un altro pianeta, e poi trasportata quaggiù.
Questo blog, sostanzialmente, è ciò che sono nella vita di tutti i giorni: confusione, dubbi e sensi di colpa ingiustificati.
E’ canto di un grande amore perduto troppo presto e mai dimenticato.
E’ un figlio con le mattane di ribelle dal cuore buono.
E’ mio padre, un combattente che mi capisce al volo e che contina a vegliare su di me.
E’ mia madre che, magari, a volte asseconda la sua tendenza alla mia commiserazione, fermamente convinta che “la perla” sia stata maltrattata dalla sorte.
Questo blog è mia sorella e mio fratello: sensibile lei, simpaticamente pragmatico lui.
Una certezza per due.
E’ i nipotini che mi riempiono la memoria del cellulare di tvttb.
Questo blog è anche il mio ex marito, che a volte mi fa imbufalire, ma al quale sono grata per Riccardo e per quella volta che adornò i cespugli di gelsomino con le lucine colorate di Natale: il mio senso di fusione in un nucleo familiare se n’è andato con lui.
Infine ci siete voi che mi leggete adesso, e quelli persi per strada: secondo le regole della vita.
Ho pensato spesso di dare un tema preciso, e quindi rigido, al blog, ma sarebbe come frapporre una diga fra una sorgente vivace e quel che c’è alla fine, tralasciando tutto ciò che si trova lungo gli argini.
Potrei ancora indulgere nell’arte perversa del farmi male, ma non accetterei mai di travestirmi da quella che non sono.
Che senso avrebbe, se non quello dell’attore che recita un copione che gli sta stretto?
Ma perchè, c’è qualcuno che ti invita a recitare un copione? Questo blog, oltre a tutto ciò che tu giustamenet citi, è anche quello che i lettori in anni e anni vi hanno posato dentro. Vai via Nico?………Perchè?
Lascia queste pagine aperte da sfogliare almeno.
Non risponderai più? Ti leggo lo stesso se me lo lasci fare.
Hai scritto il post 4 anni fa e non sembra, ce lo dici dove andrai ad atterrare?
Oppure non ho compreso niente?
Ciao Nico.
Probabilmente, se mai sarà, andrò ad atterrare in un posto più raccolto. Sai, ho in mente tante idee ma non riesco a concretizzarne nemmeno mezza. Avrei tanto da dire, ma ho paura di avvitarmi su me stessa.
Forse dovrei iniziare ad inventare storie. Tenendo rigorosamente da parte la mia vita, davvero poco interessante.
Salutiamo, Enzo, prima o poi passerò da te, e ti prego di credere che non c’è menefreghismo, da parte mia.
Sto iniziando ad avere problemi di comunicazione, e la cosa mi dà parecchio da pensare. A presto, perciò. :**
forse condire ogni tanto con un po’ di sano egoismo aiuterebbe a sopravvivere meglio… e poter continuare così ad essere disponibili…