sabato 20 febbraio, ultimo scorso

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Ultimo accesso alle ore 23,20: la scritta scorre implacabile dopo un breve cyber scambio di pensieri del quale vorresti estrarre il succo, se un succo ci fosse.
La lontananza annienta le buone intenzioni, almeno sulle lunghe distanze: ogni giorno ci si ripete un piccolo copione le cui battute, grosso modo, sono sempre le stesse.
E non è colpa di nessuno, poichè va così perchè così deve andare.
Non sono certa di credere in quell’impalcatura strutturata che chiamano destino;
piuttosto mi tenta l’idea degli sforzi personali che si depositano su un piatto comune, insieme agli sforzi personali altrui: magari sperando che ne venga fuori qualcosa di sensato.
Purtroppo siamo tutti molto diversi, fra di noi, ognuno con la sua storia personale , con le sue esperienze, con le convinzioni scaturite da tutto ciò: generalmente lo “zoccolo duro” che ci rende spesso poco duttili e ancor meno disposti a calarci in panni che non ci appartengono.
E se, qualche volta, abbiamo provato a farlo con le migliori intenzioni, ci siamo sentiti rispondere di preoccuparci delle nostre cose.
Battere in ritirata non è un grosso problema, soprattutto se siamo stati invitati gentilmente a farlo.
Cioè non per averlo personalmente deciso.
Va così: alla mia età ho finalmente compreso che non puoi assolutamente dare una mano a chi non vuole la tua mano.
Così il tanto temuto fine settimana ti si para davanti con tutto il suo maestoso carico di inquietudine: tempi morti, tempo libero da riempire che non riempirai mai come vorresti, accontentandoti di pessimi surrogati.
E sensi di colpa, chè quelli non mancano mai.
Ingiustificati, perchè figli di pensieri contraddittori nati da situazioni nette, precise: situazioni che farebbero saltare i nervi al Dalai Lama.
Non solum.
Quest’altro fatto, perchè ce n’è sempre uno di riserva, mi rende più triste, che sollevata, o viceversa?
Sollevata sì, in parte, perchè il mio tempo libero è mio e guai a chi lo sfiora: figuriamoci se qualcuno lo invade armato fino ai denti.
Triste anche, anzi decisamente più triste che sollevata: chè, se avessi voluto fare la monade, la monade avrei fatto.
C’è che nel mio grosso fardello – Ombra si agita un magma di errori, di scelte sbagliate e di non scelte; di ciò che avrei voluto fare di me e di ciò che, invece, ho fatto, per colpe altrui ma anche per via della mia dabbenaggine congenita.
Così oggi è sabato.
Così andrò lì e farò analisi logica e del periodo.
E domani il respiro di sollievo sarà strozzato dal solito nodo in gola: quello che mi toglie l’aria ogni volta che se ne va.
E poi l’orribile senso di solitudine che non riesco a colmare nemmeno parlando ai gatti.
Ma se io avessi previsto tutto questo…

Banco del Mutuo Soccorso – Non Mi Rompete

4 pensieri riguardo “sabato 20 febbraio, ultimo scorso

  1. “non puoi assolutamente dare una mano a chi non vuole la tua mano”
    Esatto :) Ciao Nico

  2. l’avresti fatto lo stesso, perché “prima” tutto è possibile e “dopo” si dovrebbe provare con uno “choc” ma … e se poi VA MALE?

  3. Chi non vuole ( chiederti ) la tua mano, non ti merita ! :evil:
    Ergo … NON LO SPOSARE ! :mrgreen:

  4. Nicoletta nel terzo capitolo del mio blog “privato” ti ho citato: se penso a quanti anni fa risale la citazione provo una certa vertigine. Comunque tutto il blog profuma di quella stagione. La solitudine la conosco benissimo… li vedi i miei occhi stretti a fessura?
    Vorrei che tu dessi un’occhiata al “Sogno perfetto” ( e non ridere); conosci la mai mail scrivimi e ti darò le coordinate. Il web è ormai metastatizzato da esseri indefinibili, spero tu capisca. Salutiamo bbedda.

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