Strano. E curioso.
Quando gli altri erano al mare io mi arroccavo in collina, seppur per necessità.
Adesso che son tornati tutti in collina io sono al mare con l’intenzione di restarci finchè morte non separi me da me stessa.
Nonostante i pochi metri quadrati a mia disposizione, nonostante alcune pesanti scomodità e la grande pioggia iniziata il mese scorso, che limita lo spazio a me e alla tribù felina che mi segue.
A volte mi chiedo se le scelte dipendano solo da noi, oppure da una serie di circostanze precise che ci lasciano, tuttavia, l’illusione di aver avuto voce in capitolo.
Ieri sera, tornando a casa, pensavo che le idee migliori mi vengono in testa mentre guido. Tempo la percorrenza di venti chilometri, ma anche meno, tutto evapora magicamente, e mi ritrovo con la bocca che mastica parole sconnesse, senza un filo, logico o illogico, che le unisca.
Mi ci sono rassegnata, così come alla mia bella terrazza scoperta, preda di piccioni incarogniti e di gatti rionali che scalano gli alberi per venire a mangiare chez moi. Unendosi allegramente alla tribù.
Di notte mi fa compagnia la nenia potente della risacca: un tempo sarei scappata per non impazzire.
E invece adesso, nel mezzo, anzi oltre il mezzo del cammino di mia vita, mi fa compagnia e mi consola.
Accompagnata dal fuseggiar corale dei piccoli, non sia mai la colonia personale rimanga a corto di elementi.
Sto legando insieme idee e piccoli progetti. Fuori dal cassetto, chè per le attese eterne non c’è più tempo.
Intanto l’erba selvatica e il trifoglio son cresciuti fino a toccarmi le ginocchia: i gatti li intuisco dall’ondeggiar del verde.
Intorno, tutto intorno, profumo di terra bagnata e di passato che ritorna a bussare alla memoria, non senza aver chiesto il permesso; così vedere me stessa girare intorno alla casa sulla biciclettina con le rotelle è come pensarmi mentre apro il cancello e tiro fuori l’auto.
Sono sempre io, certo, e “tempo” è una parola che prova a definire un concetto di cui possiamo avere, concretamente, solo un’idea molto vaga.
Adesso vado ad infilarmi nella scatola colorata (firmata Tom Hoffmann), fra carte e pensieri compressi.
E voi, ragazzi, fate silenzio.
Coro dei ragazzi: torni dopo un secolo e hai il coraggio di zittirci?
Sì, ma è solo per il vostro bene; credetemi come se ve lo dicessi appesa a un filo da equilibrista.
il tempo di un saluto, kreben o nitokrema o Benito non ricordo mai chi o chi ero. ciao