l’esercizio all’abbandono

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Non voglio scomodare un Dio rinnegato a lungo, perché oggi essere atei è sintomo di forte intelligenza, mente l’esercizio (arduo) della fede senza l’ausilio della ragione (come si potrebbe mai?)appare roba da donnette e omuncoli con il quoziente intellettivo di una mosca.

Non vorrei davvero scomodare la sua ombra imponente e ieratica (iconografia) per piccole beghe quotidiane: impicci che appartengono a tutti, più o meno.

Oltretutto io stessa non ho certezze in questo senso, ma mi appello a qualcuno al di sopra di noi, Cristo, alieno, rettiliano, a qualcuno che ci usi l’incommensurabile cortesia di raderci al suolo con le nostre speranze mal riposte , e le delusioni ben centrate.

Dopotutto sparire in una nuvola di fumo e schegge incandescenti come quelle del Bing Bang cosa sarà mai?

Chiudere gli occhi e arrendersi, dolcemente, alle braccia del riposo cui tutti, chi prima, chi dopo, ci abbandoneremo.

Juliet Simms – End Of The World

La foto è di Marlie Morante, Luz de Aurora Photography