Soli. Nessuno ci ascolta, penetrando con lo sguardo l’anima. La testa dell’interlocutore di turno si sofferma brevemente, gli occhi fingono un interesse che non c’è. A volte simulano bene, però l’anima “sente”, e allora si smette di parlare, spesso di botto.
Le piante e gli animali sanno essere confessori di spessore; ce ne rendiamo conto sempre più, con un inspiegabile misto di amarezza e sollievo.
Nessuno è in ascolto.
Nessuno volge il capo verso le nostre vite complicate, contorte, naufraghe.
Siamo tutti molto occupati a leccarci le ferite: quelle degli altri in coda, please.
L’egoismo a volte ci tiene a galla: non sapremmo farne a meno.
Vorremmo ascolto ma non sappiamo ascoltare. Con il cuore.
Perché due parole di conforto, generalmente standard, non si negano a nessuno, ma la partecipazione, la condivisione, l’empatia sono roba di altri tempi. O di altra categoria di esseri viventi.
Stamattina il vento è una risposta alle mie domande, sempre le stesse.
l’ascolto
2 pensieri riguardo “l’ascolto”
I commenti sono chiusi.
Dieci anni fa circa mi resi conto in modo nitido del problema comunicazione. Avevo per lungo tempo coccolato una bella utopia: che la scrittura evitasse equivoci, che la sua statuarietà vanificasse equivoci e stimolasse invece una misura comunicativa degna di questo nome. E’ stato l’ultimo mio sogno infranto.
Non so se non sappiamo o non vogliamo più ascoltare…forse siamo diventati “troppo” attenti e selettivi o siamo solo stanchi. Nico ci abbiamo provato in tempi non sospetti anche qui, non funziona purtroppo; qualche tempo fa scrissi
“Il virtuale è questo, prendere o lasciare e vale anche per me…forse vale per tutti voi. Scriviamo come sappiamo, se ci liberiamo è meglio. Potrei dirvi che si apre un blog se si è in grado di scrivere decentemente e che non penso sia scandaloso affermarlo. Ma non c’è solo la cifra stilistica e letteraria a dare il via alla nostra espressività di blogger, conta molto anche quello che si ha da dire, le proprie esperienze, sensazioni, emozioni. A volte esse sono così pregnanti da non aver bisogno di abiti sintattici particolarmente eleganti. Se fosse possibile avere l’uno e l’altro sarebbe perfetto! Ma tra la perfezione e il nulla posso accettare una miriade di posizioni intermedie. Però l’indole non cambia, i desideri nemmeno e quando incontro stronzate assolute, ecco in quel caso io perdo le mie inibizioni… Perchè deve esserci un limite all’insipienza e alla volgarità profonda dell’uomo, un argine alla sua arroganza spacciata per sapienza e civiltà; la blogosfera è piena zeppa di escrementi e, col suo meccanismo virtuale, ha generato mostri ed essi si sono riprodotti.”
Devo ribadirlo ma passare da qui, osservare il vaso di fiori e compiacersene è ancora gratificante. Salutiamo.
A un certo punto della tua esistenza senza che te ne renda conto inizi a parlare con le piante, mentre le innaffi, togli le erbacce. Loro ti rispondono in modo impercettibile. E ti ripagano con i frutti. Impagabile una giornata passata fra le piante. Nel silenzio. Ma loro ti ascoltano
Giuro non uso sostanze allucinogene.
Saludos